Adesso si dovrà dichiarare anche il domicilio, oltre a indicare luogo di partenza e quello di destinazione. E il Governo lavora a un inasprimento per chi viola le norme
Arriva una ennesima versione del modello di autocertificazione per la circolazione sul territorio in tempi di quarantena da Coronavirus e insieme un possibile inasprimento delle pene per chi viola le disposizioni. Dopo l’ulteriore modifica a seguito del decreto Dpcm del 17 marzo, è arrivata una nuova versione del modulo di autocertificazione fatta pervenire a tutti i prefetti italiani dal capo della Polizia, Franco Gabrielli, alla luce delle ulteriori misure restrittive contenute nel successivo documento firmato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 22 marzo per affrontare una sfida definita la più difficile dal dopoguerra ad oggi.
Come nelle precedenti versioni il documento si può scaricare dal sito del Viminale https://www.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/nuovo_modello_autodichiarazione_23.03.2020_compilabile.pdf. Queste le tre novità contenute nel documento: chi non ha la stampante a casa può ricopiare il modulo a mano, oltre alla residenza si deve dichiarare anche il domicilio, occorre indicare il luogo di partenza e quello di destinazione. Inoltre si dovrà dichiarare di essere a conoscenza delle misure di contenimento del contagio previste dall’articolo 1 del Decreto del presidente del consiglio dell’11 marzo e dal Dpcm del 22 marzo e l’ordinanza del ministero della Salute del 20 marzo “concernenti le limitazioni alle possibilità di spostamento delle persone” nel territorio nazionale.
I motivi per cui sono permessi gli spostamenti restano “comprovate esigenze lavorative”, “motivi di salute” e la “situazione di necessità” per spostamenti all’interno dello stesso comune di residenza. Il “motivo dell’assoluta urgenza” sostituisce il “rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”, in quanto viene recepito il Dpcm del 22 marzo che vieta i trasferimenti da un Comune all’altro. Il Governo infine starebbe lavorando a un inasprimento delle pene per chi viola i divieti che potrebbe comportare una multa attorno ai 2mila euro e l’eventuale confisca del mezzo.