La rievocazione fiorentina, testimonianza viva del legame profondo tra la città e la sua memoria, ha ottenuto lo stesso riconoscimento del Palio di Siena. Perini: “Valorizzato un patrimonio secolare”
Non dei semplici figuranti, ma attori sociali estremamente importanti perché in quel momento essi stessi rappresentano la città di Firenze. Con questa motivazione il Corteo del Calcio Storico e della Repubblica Fiorentina sono stati dichiarati beni culturali dal Ministero della Cultura. L’importante riconoscimento è il frutto di un lavoro conoscitivo svolto dalla Soprintendenza in collaborazione con l’istituto centrale per il patrimonio immateriale, i rappresentanti delle comunità cittadine, il Comune e l’Università di Firenze. “Un riconoscimento del valore culturale immateriale e materiale sia del corteo che del calcio storico, espressione rituale vivente di tradizioni, costumi, personaggi, oltre alla partita fra i calcianti – ha spiegato la soprintendente Antonella Ranaldi – più che un vincolo, il quale invece impone limitazioni. Viene introdotto un modello di tutela dinamica che mira a garantire l’autenticità e la vitalità di pratiche culturali espressione dell’identità di una comunità”.
La commissione non ha avuto dubbi: la proposta è stata accolta favorevolmente anche perché c’era il precedente di pochi mesi prima del Palio di Siena. Così, come «parte inscindibile del valore identitario delle manifestazioni itineranti”, sono stati individuati 24 esemplari tra costumi e oggetti rievocativi, selezionati tra 120 che sono stati catalogati e studiati. «Un risultato importante per Firenze – sottolinea l’assessora alle tradizioni popolari Letizia Perini – ottenuto grazie all’impegno e alla professionalità di tutte le parti in causa. Il progetto portato avanti dal Ministero della Cultura per salvaguardare il corteo della Repubblica fiorentina e del Calcio storico valorizza un patrimonio secolare, garantendo un riconoscimento ufficiale delle nostre tradizioni e di tutti gli elementi e simboli collegati. Era un intervento atteso e auspicato da molti per proteggere un pezzo importante della storia della nostra città. Per l’amministrazione è fondamentale tramandare alle future generazioni un patrimonio soprattutto sociale e culturale unico in tutto il mondo».
Il Calcio Storico, come è conosciuto oggi con le partite che vedono protagonisti i quattro quartieri della Firenze di allora, Bianchi di Santo Spirito, Azzurri di Santa Croce, Verdi di San Giovanni e Rossi di Santa Maria Novella, venne ripreso nel 1930 con un corteo che coinvolse oltre 500 persone. L’intenzione era di celebrare la realtà politica e civile della Firenze del Rinascimento. Oltre a questo negli anni si sono aggiunte la rievocazione della partita dell’assedio del 1530 (il 17 febbraio riservata però alle cosiddette vecchie glorie), la commemorazione della morte dell’Elettrice Palatina (il 18 febbraio), la fiorita nel ricordo di Gerolamo Savonarola (23 maggio) e naturalmente lo Scoppio del Carro il giorno di Pasqua. Torneo di San Giovanni e giocata del 17 febbraio hanno come loro teatro il “Sabbione” di Piazza Santa Croce anche se in anni passati si è giocato pure in Piazza Signoria e nel Giardino di Boboli. Calcio storico e corteo dunque nascono e rimangono come parti inscindibili del valore identitario delle manifestazioni itineranti legate alla storia cittadina. E sono insieme testimonianza viva del legame profondo tra la città e la sua memoria. Non a caso i personaggi, o per meglio dire gli “attori sociali” del corteo, sfilano per le strade del centro con i loro bellissimi e sgargianti costumi al ritmo di una marcia di tipo militare cadenzata dai battiti del tamburo.
Per il presidente degli Stati generali della Rievocazione storica, Filippo Giovannelli si tratta «di un punto di partenza e non di arrivo, uno spartiacque e un provvedimento apripista di livello nazionale». Entusiasta Michele Pierguidi, presidente del Calcio Storico: «Il prossimo passo credo sarà quello del museo, creare un polo espositivo dei nostri magnifici costumi. Il calcio storico piace in tutto il mondo, l’auspicio è arrivare anche alla Fondazione nel più breve tempo possibile, spero già in questa consiliatura».