Un leccio è stato piantato in piazza Giorgini in ricordo di Lorenzo Orsetti, l’antifascista fiorentino morto il 18 marzo 2019 mentre combatteva i terroristi dell’Isis nel villaggio siriano di Al-Baghuz Fawqani. “Il suo esempio ci dice di non arrenderci all’individualismo e all’indifferenza”
Un leccio ricorderà per sempre Lorenzo Orsetti, l’antifascista fiorentino ucciso durante uno scontro a fuoco nel villaggio siriano di Al-Baghuz Fawqani nei pressi del confine con l’Iraq la mattina del 18 marzo 2019. “Orso” si trovava là per combattere contro lo Stato Islamico nell’offensiva curda contro l’ultimo bastione dell’organizzazione presente nella Siria ad est dell’Eufrate. Si era unito ad un’unità araba delle Forze Democratiche Siriane la quale, durante un’operazione volta al salvataggio di civili usati come scudi umani, fu colpita da un’imboscata nemica e fu completamente annientata. L’albero è stato piantato ieri in piazza Giorgini dove “Orso” aveva vissuto e dove abita ancora la sua famiglia. Porterà la targa commemorativa del Comune: “Dedicato a Lorenzo Orsetti, Orso, ‘partigiano’ caduto in Siria del nordest per la libertà di tutti. La Città di Firenze, 16 marzo 2021”.
Presenti alla piccola cerimonia, oltre ai familiari, gli assessori all’ambiente e alla toponomastica Cecilia Del Re e Alessandro Martini, il presidente del Consiglio comunale Luca Milani. “Il Consiglio – ha detto Milani – negli ultimi anni ha approvato diversi atti a sostegno del popolo curdo, nonché a favore del riconoscimento del sacrificio di Lorenzo Orsetti, nostro concittadino ucciso nella guerra contro l’ISIS. Oggi la situazione di quel popolo è ancora caratterizzata dalla negazione del suo diritto all’autodeterminazione. Lorenzo Orsetti, che ricordiamo con questo albero, ha sacrificato la propria vita per il popolo curdo. Firenze non lo dimenticherà mai”.
Per Sinistra Progetto Comune, che in precedenza aveva partecipato al ricordo di Orsetti anche al cimitero delle Porte Sante dove il giovane fiorentino riposa, un albero però non basta. “Il Consiglio – spiegano Antonella Bundu e Dmitrij Palagi si è espresso in modo chiaro: occorre un luogo toponomastico, andando in deroga alle regole, perché l’esempio di Lorenzo parla di un sacrificio che ci ricorda l’importanza di non arrenderci all’individualismo e all’indifferenza. In questi giorni è uscito, per Red Star Press, “Orso”, che raccoglie i suoi scritti dalla Siria del Nord Est. Heval Tekoşer Piling (il nome di battaglia che aveva scelto ndr) vive nelle lotte della città e in quelle del popolo kurdo: il suo esempio deve rinnovarsi nel modo in cui affrontiamo le ingiustizie che ci circondano, ricordandoci che vivere vuol dire essere partigiane e partigiani. Vogliamo essere gocce della tempesta di cui ci ha parlato Orso. Con gratitudine quindi oggi lo ricordiamo, insieme a tutta la città”.