I due consiglieri di Sinistra Progetto Comune chiedono un question time in Consiglio sull’iniziativa attiva da settembre
Un progetto che non convince e serve soltanto ad aumentare un clima paranoico di forte diffidenza reciproca”.
Antonella Bundu e Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune) bollano con poche e secche parole i comitati di vicinato che a settembre saranno attivi nelle zone di Ugnano/Mantignano – SantaMargherita/Pian de’ Giullari e via Bolognese/Lastra. E annunciano la presentazione di un “question time” sull’argomento che potrebbe già andare nella prossima riunione del Consiglio Comunale.
L’intenzione, aveva spiegato l’assessore alla sicurezza Andrea Vannucci illustrando l’iniziativa, era di costituire anche a Firenze quei gruppi di controllo del vicinato che si tengono in contatto fra loro attraverso whatsapp: gruppi ormai diventati una pratica comune in molte grandi città e in numerosissimi paesi per aumentare il senso di sicurezza tra i residenti in zone periferiche, oppure soltanto un po’ defilate, e diminuire così la possibilità di intrusione nelle case di ladri o malintenzionati.
Secondo il progetto dell’amministrazione, ogni gruppo sarà composto da circa 150 persone. Tra queste poi verranno scelti alcuni referenti che faranno un apposito corso di formazione tenuto dalla Polizia municipale e serviranno da ‘filtro’ per smistare le segnalazioni.
Insomma, un “controllo di comunità” – secondo Vannucci – “che potrà fornire informazioni utilissime ad aumentare il controllo del territorio e a mirare meglio gli interventi”.
Ma per i due consiglieri di opposizione si tratta solo di un “tentativo inutile”. “Il nostro question time – spiegano – verterà non solo sul “disgraziato” istituto giuridico utilizzato, le ronde: ma anche sullo strumento di comunicazione con cui si è scelto di agire. WhatsApp è infatti un sistema di proprietà di Facebook e questo progetto obbliga la cittadinanza a installare questa applicazione di messaggistica. Ci chiediamo anche se l’Amministrazione si sia posta il problema della gestione dei dati e come pensi di risolverlo”.
Concludono Bundu e Palagi: “Abbiamo anche posto domande precise sui criteri con cui vengono scelte le persone che entrano a far parte delle ronde e dei loro gruppi WhatsApp, nonché su come si vorranno individuare i referenti che faranno da “filtro” con la Polizia Municipale”.