Lo vorrebbe una delibera della Presidenza che potrebbe essere già discussa nella seduta del 6 marzo. Centro minaccia di ricorrere al Prefetto, mentre Lega e IV stigmatizzano il comportamento di Milani
Pronti a ricorrere al Prefetto se la bandiera della pace sarà esposta in maniera permanente nel Salone de’ Dugento dove si riunisce il Consiglio Comunale. Appena il tempo di commentare il “Ciclone Schlein”, che potrebbe portare a nuovi equilibri in Giunta e a un possibile ulteriore rimpasto a poco più di un anno dalla scadenza del secondo mandato Nardella, e si apre un nuovo duro fronte di scontro con le opposizioni anche questo strettamente collegato alla elezione della neo segretaria del Pd.
Ad accendere le polveri questa volta ci ha pensato una delibera, pare voluta politicamente dal presidente del Consiglio Luca Milani, che vorrebbe rendere permanente l’esposizione del vessillo modificando per questo il Regolamento del Consiglio Comunale. “Le legge italiana – spiega il vice presidente vicario del Consiglio comunale Emanuele Cocollini, annunciando l’iniziativa di contrasto alla delibera da parte del gruppo Centro – dice che è ammissibile sugli edifici pubblici l’esposizione delle sole bandiere ufficiali istituzionali, nel rispetto del generale principio di «neutralità» delle sedi istituzionali”. Quindi, la proposta di delibera presentata dagli uffici del Consiglio non è ricevibile. Ci opporremo ovviamente nel voto in aula, ma se la proposta dovesse passare a maggioranza siamo pronti a fare ricorso al Prefetto per annullare questa scelta, che oltre ad essere tecnicamente sbagliata, in quanto in palese violazione di precise disposizioni di legge, è anche frutto di una retorica di parte che rigettiamo. L’aula del Consiglio è la casa politica di tutti i fiorentini, non l’auditorium di una casa del popolo”.
Per Federico Bussolin, neo segretario provinciale e capogruppo della Lega a Palazzo Vecchio, “il Sindaco sta correndo dietro alla neo eletta segretaria Elly Schlein. Questa volontà appare un primo grande segnale di resa di Nardella verso la vincitrice. Nulla contro la pace, anzi, ma non ne comprendiamo la necessità né il decoro istituzionale. Non trovo normale chiedere di parificare una bandiera come quella della Pace con il Tricolore, la Bandiera Europea ed il Giglio di Firenze, così rischiamo che le istituzioni fiorentine diventino una succursale della Casa del Popolo. Vista l’antifona, ci sta che a breve si tolga l’inno nazionale e si suoni in Palazzo Vecchio direttamente “Bella Ciao”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Italia Viva che dopo aver duramente criticato il rinvio della Commissione urbanistica che avrebbe dovuto dare il via libera al Piano Operativo Comunale comprensivo della riqualificazione del Campo di Marte adesso sferza l’iniziativa “Bandiera della Pace”. con la consigliera Barbara Felleca: “Piano operativo no, Bandiera della pace sì – attacca Barbara Felleca – Dibattito sul bilancio no. Esposizione della bandiera della pace nell’aula del Consiglio sì. il Presidente del Consiglio, ben sostenuto dal PD, ci impegna in una discussione più ideologica che concreta sul fatto che la bandiera della pace deve trovare collocazione nella sala istituzionale in cui il Consiglio si riunisce. Il PD vuole dispensare la patente di pacifista solo a coloro che votano a favore, senza riflettere sul fatto che a Roma il PD, accreditandosi come forza moderata e filo-atlantica, ha votato più volte il rifinanziamento dell’invio delle armi all’Ucraina. Il carattere di “neutralità” delle sedi istituzionali è un principio democratico che dobbiamo difendere sempre e le bandiere da esporre sono quelle istituzionali, e non altre. Dai pacifisti a corrente alternata del PD ci aspettiamo che il prossimo anno di consiliatura sia impegnato in discussioni più concrete, perché i fiorentini si aspettano ben altro che un dibattito ideologico che però sembra già essere all’ordine dei lavori della seduta del 6 Marzo dove pensavamo invece di votare il Piano Operativo Saranno mesi interessanti se queste son le premesse”.
Di “forzatura” parla infine Andrea Asciuti (Misto Italexit). “Ormai la guerra tra Russia ed Ucraina ha superato l’anno. Sono convinto che occorra sempre più concretizzare i dialoghi di pace e l’Europa dovrebbe invitare anche i rappresentanti russi per favorire il dialogo con gli ucraini, non solo Zelensky e, soprattutto, non dovrebbe continuare ad inviare armi. Questi sono atti concreti da perseguire e non mettere bandiere della pace nelle sedi istituzionali”