A sorpresa, e con una delegazione di Eurocities, il primo cittadino fiorentino ha incontrato il presidente ucraino. “Vogliamo offrire speranza, supporto e solidarietà alla popolazione ucraina per un futuro pacifico e democratico”
Un accordo politico per aiutare la ricostruzione sostenibile delle città ucraine. A sorpresa, e facendolo sapere solo a cose fatte, il sindaco di Firenze Dario Nardella, presidente di Eurocities, associazione che raccoglie oltre 200 sindaci città europee, è stato a Kiev alla testa di una delegazione di primi cittadini dove ha incontrato il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Nardella ha poi visto il sindaco di Kiev, Vitalij Klyčko, che è presidente dell’Associazione Città ucraine. Oltre a Kiev Nardella è stato anche a Bucha, Irpin e Borodyanka.
L’accordo voluto da Eurocities e sottoscritto dal Congresso delle Autorità Locali e Regionali Ucraine prevede: una visione condivisa dello sviluppo urbano sostenibile, assicurando che i progetti di ricostruzione contribuiscano a creare aree e agglomerati urbani verdi, energeticamente efficienti, salutari, sicuri, inclusivi, prosperi e vivibili, garantendo pari opportunità per tutti i cittadini; rispetto dello stato di diritto, garantendo la responsabilità tra le città partner e la trasparenza nelle transazioni, in particolare per gli investimenti; conferma del ruolo centrale dell’autogoverno, sostenendo il decentramento e lo sviluppo di capacità a livello locale; coinvolgimento dei cittadini e degli stakeholder locali nel processo di ricostruzione, e valorizzazione delle loro aspirazioni per lo sviluppo locale, fondamentale per un nuovo inizio post-bellico per le città e la popolazione dell’Ucraina.
Erano presenti alla firma, oltre a Nardella, Kostas Bakoyannis, sindaco di Atene; Juhana Vartiainen, sindaco di Helsinki; Grégory Doucet, sindaco di Lione; Benoît Payan, sindaco di Marsiglia; Raymond Johansen, sindaco e Governatore di Oslo; Mārtiņš Staķis, sindaco di Riga; Erion Veliaj, sindaco di Tirana. “Noi, sindaci e leader di città europee e ucraine – hanno detto i primi cittadini in una dichiarazione comune -, condanniamo la guerra russa in Ucraina e chiediamo un ritiro immediato delle forze russe e il ristabilimento della pace. Siamo impegnati a unire i nostri sforzi per preparare e fornire un rapida e sostenibile ricostruzione delle città ucraine distrutte dagli attacchi russi iniziati il 24 febbraio 2022″.
“Vogliamo offrire speranza, supporto e solidarietà alla popolazione ucraina per un futuro pacifico e democratico – ha sottolineato Nardella -. Noi sindaci siamo le figure politiche più vicine alla gente, ed è questa vicinanza e solidarietà da parte dei cittadini di tutta Europa che abbiamo portato con noi incontrando il Presidente Zelenskij e i nostri amici sindaci ucraini. Dichiarando il nostro ampio supporto per contribuire al piano di ricostruzione, vogliamo anche contribuire all’iniziativa dell’UE RebuildUkraine e alle strategie di sviluppo dell’Ucraina stessa, in modo che i nostri impegni possano dar seguito ad azioni concrete”. L’incontro con Zelensky è durato un’ora e mezzo. Dalle prossime settimane una task force congiunta composta da rappresentanti politici di Eurocities e l’ufficio del Presidente dell’Ucraina, si incontrerà regolarmente per supervisionare lo sviluppo e la messa in opera delle iniziative di collaborazione. Inoltre, mentre Eurocities coinvolgerà la propria rete di oltre 200 città, l’Associazione delle Città Ucraine condividerà i dettagli dei principali progetti di ricostruzione nelle città ucraine distrutte durante la guerra russa e coordinerà gli sforzi di ricostruzione per evitare sovrapposizioni. “Il nostro coinvolgimento nella ricostruzione delle città ucraine – ha aggiunto Nardella – nasce dalla consapevolezza che quelle sono città europee. Per noi, non è una coincidenza che quattro delle più grandi città ucraine sono già membri di Eurocities. La nostra missione in Ucraina vuole aiutare a ricordare al mondo intero che questa guerra incide ancora sulla vita delle persone, e vuol prevenire la graduale disattenzione dei media sul conflitto”.