Il presidente dell’associazione di categoria fiorentina d’accordo con il “manifesto” di Eike Schmidt per una maggiore vivibilità della città. “Il problema non è certo il turismo, ma la sua gestione”
“Ripensare il modello dell’accoglienza, compiendo delle scelte coraggiose di indirizzo e di regolamentazione, ma anche potenziando i servizi per migliorare la vivibilità urbana”. Il presidente di Federalberghi Firenze, Francesco Bechi, plaude alle parole del direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt che ieri, durante il convegno promosso da Confesercenti “Firenze e Venezia nel “day after” covid. Quale futuro per le città d’arte?” ha proposto una sorta di manifesto per una Firenze più vivibile con stop all’affitto turistico selvaggio da parte dei privati, sconti sulla Tari ai negozi alimentari che non praticano la vendita da asporto e contribuiscono a tenere pulita la città, divieto di apertura di nuovi minimarket, più bagni pubblici e info point per i visitatori nel centro storico.
“Schmidt – continua – si è inserito nell’ormai ampio confronto aperto sul tema della gestione dei flussi turistici, operando un ragionamento ineccepibile e dimostrando anche una ottima conoscenza di quello che accade in città. E’ da tempo che auspichiamo una maggiore programmazione dei flussi e l’idea di riservare l’ingresso ai musei su prenotazione è solo uno dei passi da compiere in questa direzione. Così come un passo essenziale è un diverso sistema di controllo del mercato degli affitti turistici fatti da privati, che il Comune ha a dire il vero ha provato a contenere, ma che dopo il calo dell’offerta conseguente alla fase critica del Covid appare destinato a ripopolarsi, forse più di prima. Senza considerare il fatto che una città così densamente visitata non può contare su un sistema di Infopoint così limitato e su servizi pubblici che ormai appaiono insufficienti, a cui non possono supplire i bar, un problema annoso che continuiamo a scontare”.
Insomma secondo il numero di Federalberghi Firenze il problema non è certo il turismo ma la sua gestione. “Certo non è facile intervenire – conclude – e la conferma di questo è che in tutte le grandi città d’arte a livello internazionale ci si pone lo stesso problema, ma non si può nemmeno rischiare di perdere visitatori perché non si fanno scelte precise. Soprattutto in un momento in cui Firenze appare destinazione molto richiesta, come conferma l’inserimento nella top mondiale di Lonely Planet, che andrebbe interpretata più come uno stimolo che come una posizione conseguita. Come ricettività alberghiera noi siamo sempre pronti a fare la nostra parte scommettendo sulla qualità del servizio e sull’accoglienza, che restano fattori essenziali per la crescita. Credo non si possa nemmeno eliminare del tutto il cosiddetto mordi e fuggi, che alimenta a suo modo una filiera turistica, ma è necessario alimentare un sistema di premialità per chi soggiorna nell’area metropolitana, visita i musei e quindi porta ricchezza”.