Giancarlo Sepe festeggia i 50 anni del teatro La Comunità mettendo in scena il creatore dei Cahiers du cinema, Eva Robin’s e le sue “Eve” si confrontano invece con la fluidità dei generi umani e teatrali
André Bazin è stato il creatore dei “Cahiers du cinema” e colui che ha trasformato i giovani critici rendendoli poi registi, creando la nouvelle vague. Critico e teorico del cinema, amava dire che il cinema dovrebbe esprimersi tra Lumière e Méliès: un insieme tra didattica e fantasia. Come in un film surreale, al Saloncino Paolo Poli lo spettacolo omonimo di Giancarlo Sepe, con cui festeggia i 50 anni di attività del suo Teatro La Comunità, non ha una narrazione logica, anzi, sembra il racconto di un uomo che sente di dover morire, e in quel momento, per paura di dimenticare qualcosa, parla della necessità del cinema e della sua arte.
Non è detto che quel che succede sulla scena sia la verità: Bazin potrebbe essere anche una metafora dell’intellettuale, un diffidato, uno schedato dall’establishment, uno che non raggiungerà mai il potere. Gli sono vicini la moglie Janine (produttrice cinematografica) e i personaggi dei suoi film preferiti: tra Clair, Renoir, Carnè. In scena Giuseppe Arezzi, Marco Celli, Margherita Di Rauso, David Gallarello, Claudia Gambino, Francesca Patucchi, Federica Stefanelli, Guido Targetti e Pino Tufillaro. Al Salocino Paolo Poli del teatro La Pergola da martedì 25 a sabato 30 ottobre.
L’icona transgender Eva Robin’s, la performer statunitense Rose Freeman, l’attrice e cofondatrice dei Teatri di Vita Patrizia Bernardi sono tra i protagonisti di “Evǝ”, lo spettacolo con cui Andrea Adriatico torna a confrontarsi con i temi LGBTQ+ e con la fluidità di generi umani e teatrali, in programma domani martedì 25 e mercoledì 26 ottobre al Teatro Goldoni di Firenze, nell’ambito dell’Avamposti Teatro Festival organizzato dal Teatro delle Donne. Rivisitazione di “The gospel according to Jesus, queen of Heaven. God’s New Frock” della drammaturga inglese Jo Clifford, “Evǝ” narra una storia che conoscono tutti. Quella di quando Dio creò Adamo ed Eva, prima il maschio e poi, come un ripiego, la femmina. Due generi ben distinti con destini ben segnati. Perché in questa storia non è stato previsto chi sta nel mezzo, o ha un po’ dell’uno e un po’ dell’altra.
In scena una compagnia di tantǝ evǝ che moltiplicano l’originario monologo in un coro di identità e fluidità: oltre a Eva Robin’s, Rose Freeman e Patrizia Bernardi, salgono sul palco l’attore palestinese Anas Arqawi, Saverio Peschechera, storico collaboratore di Teatri di vita, e il danzatore e performer Met Decay con il racconto ‘oltraggioso’ del bambino William. Inizio ore 21,15. Biglietti da 5 a 15 euro (riduzioni per over 60, under 25, soci Coop, Arci, Uisp, ATC, residenti nei Quartieri 4 e 1 e iscritti ai corsi di formazione del Teatro delle Donne). Info, prenotazioni e prevendite sul sito ufficiale www.teatrodelledonne.com (tel. 0552776393 – teatro.donne@libero.it), prevendite online anche su www.ticketone.it.
Le foto tratte da Bazin sono di Manuela Giusto