Panueli color fucsia agganciati a un lucchetto ricordano in piazza Santissima Annunziata i femminicidi e i transfemminicidi. E ogni mese dallo scorso 8 marzo si ripete il rito di “sorellanza” in memoria di tutte le donne assassinate in Italia da mariti, ex, fidanzati e perfino figli
Sessantadue dall’inizio dell’anno, tre soltanto ad agosto, per una media drammatica di quasi otto omicidi al mese. Per questo “Non una di meno” dallo scorso 8 marzo ha istituito un appuntamento, o meglio “rito di sorellanza”, che si ripete ogni mese alle 18 in piazza Santissima Annunziata. Panueli color fucsia con i nomi delle vittime allacciati alla fontana dei Mostri Marini che guarda verso Palazzo Budini Gattai a ricordare le donne uccise da chi diceva di amarle in maniera immensa e totalitaria: dai mariti, dai compagni, da ex fidanzati ed ex coniugi, persino dai figli e all’interno del nucleo familiare, in quella che ormai è una mattanza senza fine. A segnare le perdite, a sottolineare una vita che non c’è più spenta dalla mano assassina di chi per sempre aveva giurato di proteggerla e renderla felice. “Questa installazione – spiega il cartello attaccato alla transenna della fontana – ricorda i femminicidi e transfemminicidi avvenuti quest’anno in Italia fino ad oggi. Ogni lucchetto e panuelo sono in memoria di una donna che ha cercato la propria libertà e autodeterminazione”.
E un post pubblico sulla pagina Facebook di “Non una di meno” sottolinea: “L’8 marzo, durante la giornata dello Sciopero delle Donne, a Firenze Piazza Santissima Annunziata è stata rinominata “Piazza Non una di meno” e abbiamo deciso di ricordare ogni vittima di femminicidio posando un lucchetto e un panuelo con il nome della vittima nella fontana dei Mostri Marini, quella posta a destra della Piazza. Per dare modo di partecipare al rito a più persone abbiamo deciso di incontrarci l’8 di ogni mese alle ore 18 per ricordare le donne che non sono riuscite a salvarsi dai propri mariti, compagni, ex. Ci ritroviamo lì con rabbia e dolore, per non dimenticarle, per dare un segno tangibile di quanto questo orrore è perpetrato e per gridare il nostro basta femminicidi, ci vogliamo libere, ci vogliamo vive!”.