Le pagine Facebook del sindacato toscano dei giornalisti e della sottosegretaria Pd sono state prese di mira da oltre 200 messaggi pieni di odio, insulti e minacce. La solidarietà del Governatore Giani
Attacco scatenato da No-vax imbecilli nei confronti dei giornalisti toscani, Ordine e Associazione Stampa, e della sottosegretaria Pd Caterina Bini. Entrambi “rei” secondo la logica aberrante adoperata in entrambi i casi, di aver espresso solidarietà e sostegno all’emittente Tvl di Pistoia, la cui sede era stata assaltata da stupidi ignoranti capaci però di scrivere, sui muri e nell’ingresso, frasi minacciose e violente. Bini e Ast sono stati bersagliati da centinaia di insulti via social.
“L’Associazione Stampa Toscana – si legge in una nota a firma del presidente Sandro Bennucci – è stata oggetto di un attacco con oltre 200 messaggi pieni d’insulti e di accuse rivolte ai giornalisti toscani dall’ambiente riconducibile ai cosiddetti “no vax” . La sequela d’insulti vergata sotto il comunicato Ast parte da “buffoni che avete fatto della menzogna criminale la vostra professione”, per concludere che i giornalisti sarebbero “collaborazionisti della dittatura sanitaria”. Assostampa Toscana continuerà a intervenire a tutela di tutti i giornalisti, e intanto porta a conoscenza della magistratura e delle forze dell’ordine quanto accaduto affinchè il lavoro di chi fa informazione, soprattutto in prima linea, venga garantito e protetto nel modo dovuto”.
Immediata solidarietà e vicinanza sia agli organismi dei giornalisti toscani che alla parlamentare Pd è stata espressa dal Governatore toscano Eugenio Giani. “Questa volta sono i giornalisti, attraverso il loro sindacato, – dice – a dover subire pesanti insulti su Facebook. Chi opera nel mondo dell’informazione, nella pluralità delle espressioni, contribuisce a mantenere e anche ad alimentare una normale e democratica dialettica tra posizioni anche molto diverse; ma questa catena di offese travalica il diritto di critica e produce solo un inasprimento della tensione. Mi auguro che chi si rende responsabile di questi gesti sia individuato, e possa risponderne”. E Aggiunge: “Trovo inaccettabile questo uso di un linguaggio violento sui social. Sono modalità che producono pericolosi innalzamenti dei toni, e che nulla hanno a che fare con gli strumenti del confronto civile, anzi lo negano”. Vicinanza e solidarietà a Bini sono state espresse anche da Stefano Ciuoffo che sottolinea come “Il confronto e la libertà di pensiero rimangono le colonne portanti della nostra società. Su queste le istituzioni non possono e non devono cedere in alcun modo”.