Due appuntamenti da non perdere martedì prossimo con il Menestrello della musica italiana, che si esibirà in una performance intima su San Francesco, e il musicista livornese alle prese con il celeberrimo Prete Rosso
Sarà Angelo Branduardi ad inaugurare, martedì 20 settembre, la 5/a edizione di “Genius Loci: alla scoperta di Santa Croce”: quattro notti e un’alba che vedranno il complesso monumentale di Santa Croce al centro dell’incontro con musicisti, performer e nomi della cultura internazionale. L’iniziativa è organizzata da Controradio Club, Opera di Santa Croce e Controradio in collaborazione con associazione culturale La Nottola Di Minerva, con il contributo del Comune di Firenze per Estate Fiorentina 2022 e di Città Metropolitana di Firenze. Il menestrello della musica italiana si esibirà alle 21.15 in un esclusivo concerto all’interno della Basilica con una performance intima in sintonia con lo spirito del luogo, dove si incontrano il messaggio universale del Poverello di Assisi, la ricchezza dell’arte e il patrimonio della memoria. Voce, chitarra, violino, l’accompagnamento di Fabio Valdemarin al pianoforte a coda e un repertorio che comprenderà eccezionalmente alcuni brani dell’album “L’infinitamente piccolo”, dedicato proprio alla vita di San Francesco D’Assisi, ripresi per l’occasione (ingresso gratuito fino a esaurimento posti, con prenotazione obbligatoria, info e prenotazioni sul sito: www.santacroceopera.it).
Molte delle musiche più celebri di Branduardi traggono ispirazione da brani di un passato antico e spesso dimenticato: una riscoperta del patrimonio musicale nazionale ed europeo confluita in progetti come “Futuro antico”, di cui sono stati pubblicati ad oggi VIII volumi. Nel caso de “L’infinitamente piccolo”, i materiali di partenza sono scritti ed episodi della vita di San Francesco tratti direttamente dalle fonti francescane, redatti dalla moglie del cantautore, Luisa Zappa, e tradotti in musica. “San Francesco era un grande poeta – dice Branduardi – amava cantare e lo faceva spesso, anche da solo. Per accompagnare il suo Cantico delle Creature aveva composto una musica che è andata perduta: io ho provato a ridare voce alle sue parole perché si possa di nuovo cantarle”.
Altro appuntamento da non perdere, sempre Martedì 20 settembre alle 18.30 presso l’Accademia Bartolomeo Cristofori (via di Camaldoli 7/R), la presentazione de “Il volto di Vivaldi” (ed. Sellerio) di Federico Maria Sardelli, musicista, scrittore e autore satirico livornese. L’evento, a cura de La città dei lettori, racconterà al pubblico una coinvolgente opera tra pittura, musica e storia, in dialogo con il critico musicale Alberto Batisti. L’appuntamento è in collaborazione con Accademia Bartolomeo Cristofori (ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: www.lacittadeilettori.it).
“Il volto di Vivaldi” è un’indagine serrata, intellettualmente insidiosa. Un’avventura dell’induzione e della deduzione in base a dati setacciati con precisione, incrociando l’analisi tecnico-scientifica e stilistica dei ritratti con dati noti o dubbi della biografia, alla ricerca di un volto vero, quello di Antonio Vivaldi universalmente conosciuto come il Prete Rosso. Si parte da capitoli pieni di buffi abbagli storici e divertenti paradossi che nascono quando si pretende di ricavare informazioni biografiche dai tratti somatici; oltretutto, nel caso del musicista veneziano è ancor più difficile scongiurare le trappole del riconoscimento, dato che Vivaldi, dopo la morte, cadde nell’oblio completo per riuscirne solo agli inizi del Novecento. Le tracce sono quindi da districare in una serie di dipinti e disegni a lungo anonimi, e in quelli identificati solo due secoli più tardi. Quanti e quali sono i ritratti di Vivaldi, quali quelli autentici, dubbi o mal attribuiti? E chi erano quei pittori e incisori che si cimentarono con il suo volto? Così spuntano conferme di attribuzioni e smentite di altre ritenute certe, rarità conosciute pochissimo e scoperte ex novo di ritratti finora ignoti, di cui uno forse importantissimo.
Le foto di Angelo Branduardi sono ©Ferdinando Bassi