Presentato in Consiglio Regionale il libro di Chiara Brilli che racconta come ripartire e costruire un nuovo percorso dopo un rivolgimento: “Non siamo wonder woman, solo persone normali”
Le “Donne capovolte” hanno i volti di Gaia, Giovanna, Chiara, Sara, Cristina, Angela Caterina, Alessandra, Claudia, Silvia, Diana, Susanna, Luana, Francesca, Isabella. E ognuno di loro narra una storia diversa, qualche volta anche drammatica: superare la fine di un grande amore, rinascere dopo un abuso, rileggere il libro della famiglia con una consapevolezza diversa, tornare a sorridere dopo un grande dolore, cambiare rotta, riflettere su ciò che si è e su cosa realmente si vuole, sopravvivere e sfuggire – come nel caso di Angela Caterina – a una relazione violenta, che soltanto per un soffio non si è trasformata in tragedia.
C’è tutto questo nei 14 racconti raccolti in volume e presentati nell’auditorium Giovanni Spadolini del Consiglio Regionale della Toscana. Ma attenzione, non si tratta di un inno alla “wonder woman” della porta accanto come si dice ben chiaro nella bandella che illustra il libro. Non è quello l’obiettivo di Chiara Brilli, valente giornalista dell’emittente fiorentina Controradio, che ha riunito attorno a sé, come in una una specie di seduta collettiva nella quale ci si guarda dentro e ci si confronta l’un l’altro, la sua magnifica squadra di donne ma prima di tutto amiche, per raccontare una spaccato di vita vissuta.
L’obiettivo è far vedere cosa ci sia dietro un “capovolgimento” e come, dopo, siano state in grado di ripartire e costruire un nuovo percorso e un nuovo equilibrio. Un libro dunque rivolto alle donne, ma dedicato anche agli uomini per far capire loro quanto difficili e complicate possano essere le strade intraprese una volta accaduto il “capovolgimento” sia di carattere sociale, intimo, familiare oppure lavorativo.
“Sono diversi anni – spiega Brilli – che ragiono su questo concetto: vedere cioè la vita attraverso un rivolgimento di prospettiva che può essere sì declinato al negativo perché è un essere a testa in giù, ma è comunque un cambiamento che può essere provocato da una situazione indotta da un contesto sociale, personale, familiare, oppure anche per scelta. Il punto è come fermarsi e guardare nello stato in cui si è. E da lì ripartire con una nuova ottica, un passo diverso, magari anche più lento, però recuperando pezzettino per pezzettino la propria dignità. Le donne che ho voluto coinvolgere in questo libro raccontano proprio questo”.
“Donne capovolte” non è un libro sul femminicidio, nonostante la vicenda di Angela Caterina rappresenti uno dei punti centrali della raccolta. Ma è una testimonianza emozionante e appassionata di resistenza o per meglio dire di resilienza. “Le donne capovolte – conclude Brilli – alla fine ce la fanno ma non solo delle wonder woman. Sono donne normali che però hanno delle storie straordinarie da raccontare. E’ proprio dalla quotidianità che si parte. Quindi fondamentalmente donna capovolta può essere ognuna di noi. Speriamo faccia maturare anche chi leggerà queste storie, che le lettrici non siano solo donne ma ci siano anche uomini. Perché il libro fornisce gli strumenti per conoscerci meglio. E quindi chi meglio degli uomini non dovrebbe avere la voglia di conoscerci davvero”.