Lega all’attacco dopo il falò sul sagrato di Santo Spirito di venerdì notte. “La piazza è una zona franca in cui tutto è lecito. Le immagini sono un insulto a tutta la città di Firenze
Daspo urbano e telecamere collegate alle forze dell’ordine con possibilità di riconoscimento immediato per chi non rispetta il provvedimento.
Eccola la ricetta di Jacopo Alberti, consigliere regionale della Lega e portavoce del centrodestra, per ristabilire ordine e legalità in Piazza Santo Spirito dopo le incredibili immagini pubblicate dalla stampa locale di quanto avvenuto nella notte tra venerdì e sabato sul sagrato della Basilica divenuto ostaggio di una manifestazione non autorizzata con fumogeni e striscioni, riferimento probabilmente alla protesta poi andata in scena la sera successiva (questa si autorizzata) e svoltasi in maniera regolare, contro la decisionedella Cassazione che ha confermato la condanna per le persone che protestarono nel 2013 contro Casapound (https://www.lamartinelladifirenze.it/fumogeni-e-striscioni-ennesimo-sfregio-in-santo-spirito/).
Tolleranza zero chiede Alberti perché a suo giudizio la situazione di Santo Spirito è giunta al limite della sopportazione. “Ormai – attacca – la piazza è una zona franca in cui tutto è lecito. Queste immagini sono un insulto a tutta la città di Firenze. Santo Spirito è ostaggio di delinquenti, non si tratta più solo di malamovida e di ragazzi che bevono un po’ troppo. Si vuol continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto, quando le immagini parlano da sole. Un falò sul sagrato della chiesa è una sfida alle autorità, un messaggio per i residenti che protestano e a Nardella, che fino a ora non ha avuto il coraggio di intervenire come si deve”.
L’esponente del Carroccio ricorda le promesse e le soluzioni fin qui prospettate dalla Giunta per venire a capo di una situazione che sta diventando sempre più ingestibile come l’impiego dei volontari per evitare gli assembramenti nelle serate post-covid, rapidamente poi accantonata per l’oggettiva impossibilità di assicurare non soltanto il rispetto della normativa sul distanziamento sociale ma anche la sicurezza di chi avrebbe dovuto affrontare la movida.
“Qui – conclude Alberti – l’unica soluzione è la tolleranza zero, che non vuol dire andare a manganellare la gente in piazza né impedire ai locali di lavorare. La legge ha gli strumenti per risolvere questo genere di situazioni, come a esempio il Daspo urbano. Iniziamo a allontanare i delinquenti dalla piazza, come è stato fatto con gli ultrà violenti negli stadi. Il messaggio che passa dalle immagini riportate dai giornali è che a Firenze c’è una piazza dove tutto è lecito, dove l’autorità non arriva perché il Comune in questi anni non è riuscito a proteggerla, nonostante gli appelli dei residenti e del parroco. Nardella ha fallito”.