Durissimo scambio di battute tra i due contendenti alla presidenza della Regione. Lei: “Quando sarò governatore a me e alla Toscana nessuno metterà i piedi in testa”. Lui: “Non accetto lezioni da un partito fondato sul culto del maschio forte”
“Non accetto lezioni da un partito fondato sul culto del maschio forte al comando che svilisce i propri candidati utilizzandoli per fini che non hanno niente a che vedere con i temi politici e amministrativi che interessano la Toscana”. Appena il tempo di lasciarsi alle spalle le prime bordate fiorentine di campagna elettorale e fra Eugenio Giani, candidato del centrosinistra alle regionali di settembre, e la sua competitor Susanna Ceccardi europarlamentare leghista ed ex sindaco di Cascina, è di nuovo scontro al calor bianco.
A scatenare l’incendio una intervista pubblicata dal Corriere Fiorentino nella quale Giani sostiene che in Toscana nel centrodestra «stanno facendo una campagna elettorale fotocopia» a quella dell’Emilia Romagna, «dove il mio avversario è Salvini che si porta al guinzaglio la candidata». Immediata e durissima la replica di Ceccardi che incassa la solidarietà di tutto il centrodestra il quale accusa Giani di “sessismo”:
«Non voglio fare la vittima – dice Ceccardi – una certa sinistra griderebbe allo scandalo se un nostro esponente dicesse a una donna dello schieramento avversario che è buona soltanto a stare al guinzaglio come una cagna: si leverebbero le grida di indignazione a livello internazionale. A me e alla Toscana, quando sarò governatore, non metterà i piedi in testa nessuno. Con Salvini ho un rapporto di lealtà, perché ha creduto in me quando in pochi ci credevano. Giani invece coi suoi capi ha un rapporto di sudditanza. Forse non tutti ricordano che Matteo Renzi, in più occasioni, gli ha strappato di dosso la fascia della Regione Toscana. E lui, senza opporre resistenza, si è fatto calpestare”.
Controreplica di Giani: “Per tradizione, cultura e per vissuto, da sempre in questa terra i diritti delle donne li difendiamo, come primo obiettivo, la coalizione che ho l’onore di rappresentare ed io stesso guardando a quel sistema di valori che mi appartiene. Non intendo prestare il fianco alle polemiche di chi abbiamo sentito anteporre i diritti dei chihuahua a quelli delle persone e a quella dirigenza che paragonava le più stimabili colleghe di coalizione a bambole gonfiabili e che si lasciava andare, contro alcune di loro, a offese irripetibili e di basso livello. In tutta franchezza, l’immagine che stanno cercando di fare passare è l’esatto contrario della realtà.
Sono centrali nei miei programmi i diritti delle donne, le politiche di genere, la creazione di una società che superi ogni pregiudizio, temi fondamentali per tutta la mia coalizione. Noi decidiamo insieme, avendo ben presente quanto lo sguardo femminile sia necessario per costruire una società migliore e quante volte, noi uomini, ne abbiamo sottovalutato l’importanza. Nel programma, con molta chiarezza, la parità di genere si articola in tutti gli aspetti, come presenza nelle istituzioni, come sostanza dei contenuti politici e amministrativi, come orizzonte di un progetto per il futuro che veda la donna sempre protagonista”.