Attili, Colangeli e Merloni in “Le Volpi” mettono in scena i riti autoassolutori del potere. Al teatro Era il nuovo progetto di Marco d’Amore con il prologo di Pierdante Picconi, medico divenuto notissimo per la fiction Doc
Le dinamiche di potere della politica, i suoi riti autoassolutori, le ossessioni della provincia italiana. A pochi giorni dal debutto nazionale – accolto da ottime recensioni – approda venerdì 22 settembre al Teatro Goldoni di Firenze “Le volpi”, nuovo spettacolo teatrale della compagnia CapoTrave, ospite di AvampostiTeatro Festival organizzato dal Teatro delle Donne. Scritto da Lucia Franchi e Luca Ricci, “Le Volpi” porta sul palco fiorentino un eccezionale trio di attori: Antonella Attili, Giorgio Colangeli e Luisa Merloni.
Nell’ombra di una sala da pranzo, all’ora del caffè di una domenica di agosto, si incontrano due notabili della politica locale e la figlia di una di loro. I pensieri volano alle vacanze, eppure restano da mettere in ordine alcune faccende. Davanti a un vassoio di biscotti vegani, si confessano legittimi appetiti e interessi naturali, si stringono e si sciolgono accordi, si regola la maniera migliore di distribuire favori e concessioni, incarichi di servizio e supposti vantaggi. Morbidamente, si scivola dentro un meccanismo autoassolutorio per cui è legittimo riservarsi qualche esiguo tornaconto personale, dopo essersi tanto impegnati nella gestione della cosa pubblica. Come scrive Leonardo Sciascia nel suo romanzo “Todo modo”: “I grandi guadagni fanno scomparire i grandi principi, e i piccoli fanno scomparire i piccoli fanatismi”. Sabato 23 settembre Lucia Franchi e Luca Ricci proporranno un seminario drammaturgico, sempre al Teatro Goldoni di Firenze, dalle ore 10 alle 16, nell’ambito dei seminari di scrittura teatrale del Teatro delle Donne. Per informazioni e iscrizioni tel. 055.2776393 – teatro.donne@libero.it.
“Un’Era D’amore” è invece il nuovo progetto e l’originalissima proposta del Teatro della Toscana per il Teatro Era di Pontedera con la direzione artistica di Marco D’Amore e la drammaturgia di Michele Santeramo. Lo spettacolo, dal 22 al 25 settembre alle ore 21, è pensato in un prologo e tre atti unici. Il prologo (evento gratuito) è affidato a Pierdante Piccioni, il medico diventato notissimo al grande pubblico per aver ispirato la serie tv Doc – nelle tue mani con Luca Argentero: Piccioni, assieme a Pierangelo Sapegno, racconterà intervistato dal giornalista Paolo di Giannantonio come la perdita della memoria diventa occasione per rinnovare l’amore.
I tre atti unici in prima nazionale, liberamente ispirati ai protagonisti del Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, fanno vivere i fantasmi, nuovi e rigenerati, di Rossana con Sonia Bergamasco il 23 settembre, di Cristiano con Rocco Papaleo il 24 settembre, di Cirano con Silvio Orlando il 25 settembre (inizio ore 21, intero 20 euro, abbonamento ai tre spettacoli 48 euro).
La Rossana di Sonia Bergamasco vive nel gusto pieno di una adolescenza mai dimenticata. Non è ingenua, è piena di un sentimento profondo, fortissimo, vivo, inarrestabile, che anche lo spettatore ha provato, forse qualche tempo fa, forse adesso, Lei è qui per chiedere: valeva la pena far diventare quell’amore così potente un amore adulto, posato, sereno, conveniente? il Cristiano di Rocco Papaleo sembra non avere altra dote se non la sua straordinaria bellezza. Viene dalla provincia, si innamora di Rossana ma non sa parlarle d’amore. Pur di averla però, pur di amarla è disposto a tutto, anche a prendere in prestito le parole di Cirano. Tu sei disposto a sentire un’altra persona corteggiare il tuo amore? Sei disposto a questo pur di vedere felice la persona che ami? Cristiano è qui perché una volta per tutte vuole mostrare il suo cuore, nascosto da sempre sotto la bellezza dei suoi lineamenti.
Infine il Cirano di Silvio Orlando è stanco, molto stanco perché ci ha provato in tutti i modi a far funzionare il suo amore: ha rincorso Rossana, si è nascosto da lei, l’ha ceduta a Cristiano, nella speranza di essere felice, come se la felicità possa davvero dartela qualcun altro. Lui è qui per chiedere, proprio a te: sei felice nel tuo amore?»