Nardella: “Vogliamo difendere l’identità culturale e materiale del centro storico oltre a calmierare gli aumenti degli affitti”. Masi (M5S): “Ricordiamoci che c’è chi lo fa in maniera non imprenditoriale”
Difendere l’identità culturale e materiale del centro storico oltre a calmierare l’effetto degli aumenti degli affitti in città. E’ quanto si propone Palazzo Vecchio con l’annunciata delibera sugli affitti brevi nell’Area Unesco passata al vaglio delle Commissioni 2 (Sviluppo economico) e Commissione 3 (Territorio, urbanistica, infrastrutture, patrimonio) riunite stamani in seduta congiunta.
“Siamo vicini al voto in Commissione – ha detto il sindaco Nardella -, mercoledì prossimo sarà votata questa delibera molto importante che interviene su una situazione di emergenza e totale deregulation. Stiamo assistendo a una crescita progressiva dell’afflusso turistico che dopo lo stop della pandemia è diventato ancora più rilevante. Il 75% dei casi di affitti turistici brevi si concentra nel 5% del territorio comunale: noi con questa delibera interveniamo in modo chiaro su questo 5%. Questa delibera ha una solidità giuridica e affronteremo gli eventuali contenziosi che si dovessero verificare: preciso che la norma non è retroattiva”. La delibera prevede che è possibile utilizzare il proprio alloggio per un affitto turistico breve solo fuori dal centro storico di Firenze, ma anche l’azzeramento dell’Imu seconda casa per tre anni a tutti i proprietari che convertiranno l’uso di residenza temporanea all’affitto lungo.
“La delibera è una grande novità dal punto di vista giuridico – ha continuato Nardella – però usa le competenze del Comune in materia urbanistica. Noi mettiamo un semplice divieto nell’area Unesco per far fronte alla responsabilità di tutelare l’identità culturale e materiale del centro storico e di calmierare l’effetto degli aumenti degli affitti in tutta la città, che è direttamente collegato proprio al boom degli affitti turistici brevi”.
E a proposito dei rapporti con il governo, Nardella ha aggiunto di aver chiesto al Governo più volte di ampliare ad altre città la norma già esistente e legata al solo caso Venezia ma “abbiamo avuto un solo incontro con la ministra Santanchè all’inizio di giugno e poi non siamo stati più convocati. Continuiamo a ritenere che la soluzione migliore sia una legge dello Stato, ma che risponda davvero alle esigenze delle città perché la proposta che ci è stata avanzata è stata giudicata da tutti i sindaci, senza distinzione di colore, inadeguata e insufficiente. A Firenze ci siamo rimboccati le maniche – ha concluso Nardella – anche perché da troppo tempo chiediamo questa norma che non arriva e non possiamo vedere il nostro centro storico che si trasforma e non possiamo riuscire a far fronte ai tanti problemi dei cittadini che non riescono a trovare un appartamento in affitto”.
Soddisfatto per la non retroattività della delibera è Lorenzo Masi (Movimento 5 Stelle) che però solleva qualche dubbio. “Se fosse stata retroattiva – spiega – avrebbe creato sicuramente tantissimi ricorsi al Tar: ciò non vuol dire che li eviterà totalmente, ma sicuramente la modalità con cui si vuole adottarla ne eviterà molti. La necessità a Firenze come in altre realtà nasce per i motivi di host o soggetti che lo fanno a livello imprenditoriale e che gestiscono diversi immobili. Mi domando però cosa succederà per coloro che non esercitano la locazione in modalità imprenditoriale ma ad esempio per affittare una camera nell’immobile dove risiedono, in molti casi anche per compensare quei costi che dopo il Covid si sono presentati, quali aumento della rata del mutuo, della corrente ma anche del gas. Sarebbe necessaria una programmazione che comprenda anche queste situazioni in cui le categorie più svantaggiate non siano paragonate a coloro che agiscono solo a livello imprenditoriale.
Masi conviene che, come più volte detto dal primo cittadino fiorentino, il Governo debba fare la sua parte. Poi cita una recente legge approvata a New York che limita fortemente il mondo degli Airbnb. “A New York per esempio sarà obbligatorio vivere nell’abitazione che viene affittata ed essere presenti durante il soggiorno degli ospiti, che non potranno essere più di due, già questa soluzione aiuterebbe queste categorie. Teniamo comunque in considerazione che così si creerà un “valore delle licenze” come è successo per la somministrazione, in cui si arriva anche a spendere 100mila euro solo per il titolo abilitativo, creando così un valore aggiuntivo al proprietario dell’immobile diversamente da coloro che non avranno la possibilità di farlo. Sono tanti i motivi per cui i fiorentini sono andati via dal centro: pensate solo che per tornare a casa con un mezzo oggi è necessario pagare il permesso ZTL. Magari cominciamo con il renderlo gratuito”.