L’omaggio della città a due indiscussi protagonisti del Novecento fiorentino
Da ieri i giardini di piazza Donatello portano i nomi di due artisti protagonisti e rappresentativi del Novecento fiorentino, Silvano “Nano” Campeggi e Rodolfo Marmaioli. La cerimonia di inaugurazione con la moglie e il figlio di Campeggi, Elena e Giovanni, la moglie e la figlia di Marmaioli, Ida Rosa e Marisa, la vicesindaca e assessora alla toponomastica Cristina Giachi, il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini, la vicepresidente del consiglio comunale Maria Federica Giuliani, il senatore Riccardo Nencini, il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani e la consigliera Caterina Nannelli, in rappresentanza del Quartiere 2.
“Due personalità – ha sottolineato la vicesindaca Giachi – che hanno saputo parlare di Firenze e che oggi avranno un giardino loro dedicato proprio vicino a quella via degli Artisti dove si installò una nutrita e vivace colonia di pittore e scultori. Oggi è un giorno di festa per tutti i fiorentini che amano la loro cultura e l’ispirazione che questo luogo straordinario seppe trasmettere ai suoi artisti”.
Silvano ‘Nano’ Campeggi nasce come artista nella bottega del pittore Ottone Rosai. E’ però a Roma, dove si stabilisce nel dopoguerra, che si dedica al cartellone da film. Entra in contatto con Luigi Martinati, uno dei più noti cartellonisti dell’epoca, e realizza il primo manifesto per “Aquila nera” di Riccardo Freda, con Rossano Brazzi e Gino Cervi, dando così il via a una straordinaria carriera che lo porta fino a Hollywood, chiamato dalle grandi majors.
Dal 1945 al 1972 lavora per la Metro-Goldwin-Mayer, la Universal, la Paramount, la RKO, realizzando più di tremila manifesti per film alcuni dei quali entratidirettamente nell’immaginario collettivo: “Ben Hur”, “Un americano a Parigi”, “Cantando sotto la pioggia”, “Colazione da Tiffany”, “West Side Story”. Suo anche l’immortale abbraccio di Clark Gable e Vivien Leigh nel manifesto di “Via col vento” e gli sguardi languidi di Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in “Casablanca”.
Rodolfo Marmaioli ‘Marma’ nacque nel quartiere di Santa Croce e frequentò l’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Ugo Capocchini, diplomandosi nel 1948. Contemporaneamente frequentò lo studio di Emanuele Cavalli. Dal 1956 al 1958 visse e lavorò a New York, dove tornò anche successivamente. Di importanza è la sua corrispondenza degli anni in cui si trovava in America, dalla quale emerge l’amore e la mancanza per la sua città nativa, e le lettere scambiate con gli amici Vasco Pratolini e Primo Conti. Negli Usa dedicarono un giorno nel 1965, il “Marma’s Day”, mentre negli anni tra il 1967 e il 1972 si concentrerà ad esporre a Firenze.
Marma è stato anche lettore e illustratore di libri, tra cui Il giardino del cavaliere di Mario Mattolini e Quando Firenze era capitale di Marcello Vannucci. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Europa e negli Stati Uniti, tra cui la Casa Bianca a Washington e il Museo di San Antonio in Texas. A Firenze suoi dipinti sono presenti alla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti e al Museo del complesso delle Oblate.