Dipendenti irregolari, evasione e abuso commerciale delle immagini di opere d’arte le contestazioni delle Fiamme Gialle a una società gestita da due cittadini dello Sri Lanka che vendevano pacchetti per turisti
Bagarinaggio, uso e abuso dell’immagine del David di Michelangelo sui volantini, fondi covid incassati anche in assenza di attività lavorativa. E’ quanto ha scoperto un’indagine della Guardia di Finanza fiorentina nei confronti di una società già attiva nel settore della vendita di pacchetti turistici per la quale è scattato un sequestro preventivo per un ammontare di 260.200 euro. Gli accertamenti sono nati da un’attività di contrasto delle Fiamme Gialle al lavoro nero nei confronti di diversi tour operator attivi nelle immediate vicinanze della Galleria degli Uffizi e della Galleria dell’Accademia
L’attenzione degli investigatori si è concentrata in modo particolare su una società gestita da due cittadini originari dello Sri Lanka. Su questa è stata avviata un’attività ispettiva di carattere fiscale al termine della quale è stata scoperta un’evasione di circa 800mila euro. I due soci sono stati denunciati per omessa dichiarazione, occultamento e distruzione di documenti contabili e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. Nel corso delle indagini è saltato anche fuori che la medesima società era stata raggiunta da un’ordinanza cautelare emessa dal Tribunale con la quale il giudice aveva inibito la stessa a riprodurre, ai fini commerciali e in qualsiasi forma e con qualsiasi strumento, l’immagine del David, ordinando altresì il ritiro di tutto il materiale pubblicitario distribuito (depliant, volantini e manifesti) nei quali comparivano immagini di opere esposte alla Galleria dell’Accademia nonché l’immediata eliminazione delle immagini presenti sulla homepage del proprio sito internet non avendo richiesto la preventiva autorizzazione e di conseguenza avendo omesso il pagamento dei relativi canoni.
In ultimo, con l’epidemia da Covid 19, la società era diventata non più operativa; tuttavia dagli approfondimenti investigativi era emerso come la stessa avesse richiesto ed ottenuto, pur non avendone i requisiti, i contributi stanziati dal Governo per far fronte alla crisi economica conseguente alla pandemia. Le indagini, infatti, hanno disvelato come i due amministratori abbiano tempestivamente trasferito i fondi pubblici ottenuti, su un conto corrente aperto presso un istituto di credito estero sito in uno dei cosiddetti “paradiso fiscale”. Il procedimento è attualmente pendente nella fase delle indagini preliminari e l’effettiva responsabilità delle persone indagate, in uno con la fondatezza dell’ipotesi d’accusa mossa a loro carico, sarà vagliata nel corso del successivo processo.