“Dovevo essere la presenza scandalosa. Forse sono la donnina più normale: solo più alta. Sogno un Festival condotto da tre donne con 12 bei vallettoni sul palco: e anche un papato donna”
“Io dovevo essere la presenza scandalosa al Festival. Ma non mi sembra che fino a questo momento ne manchino. Forse sono la donnina più normale, solo molto alta”.
Scherza Dusilla Foer nella conferenza stampa di presentazione al teatro Ariston. Questa sera il personaggio della nobildonna toscana un po’ vanesia inventato dal fotografo e attore fiorentino Gianluca Gori sarà la co-conduttrice di Amadeus nel terzo appuntamento della kermesse canora sanremese che avrà tra i suoi super-ospiti lo scrittore Roberto Saviano. “Voglio divertirmi con Amadeus – continua – Sono molto contenta di essere in questo luogo musicale che è anche un luogo di aggregazione. Mi sembra ci sia molto affetto in questa edizione del Festival”. E “finalmente – scherza poi – posso mettermi 8 vestiti in una sola serata, quando mi ricapiterà più”. Poi i ringraziamenti alla Rai e ad Amadeus “per questa opportunità. E’ una situazione che mi fa provare molta tenerezza verso me stessa. E’ un sentimento che mi piace sentire”.
La comunità Lgbtq ha avuto reazioni contrastanti nei confronti della performance di Checco Zalone, che ieri ha inscenato una favola contro l’omotransfobia sul palco dell’Ariston. “Ognuno – dice Drusilla – può esprimere le proprie convinzioni con la propria arte. Non ho un’opinione molto precisa sul lavoro di Zalone, ma se questo solleva un dibattito e porta qualcuno ad avere una convinzione, credo sia un momento di lavoro. Io sono spesso disposta a cambiare la mia convinzione, ci sono casi in cui non so se una cosa mi piaccia molto o poco. Credo che Zalone abbia voluto smuovere le acque e io sono contenta se ci sono acque smosse. Una tv di stato che consente questo è una televisione irrorata di civiltà. Sono contenta che sia successo ciò che è successo ieri”. E poi conclude con la consueta ironia fiorentina: “Sarebbe molto ganzo se la prossima edizione del Festival fosse condotta da sole donne. Ma io sono per la meritocrazia. Certo sarebbe interessante vedere un punto di vista femminile sulla musica e 12 bei vallettoni sul palco. A me piacerebbe anche un papato donna, vado oltre. Bisogna provare tutto. Ora mi guardano male…”.