L’assessore regionale all’immigrazione da Cecina ribadisce: “Non hanno bisogno di seguire il normale percorso”. il Sindaco Nardella e l’assessore Funaro hanno accolto le ragazze e i loro familiari. “Ora sono al sicuro e per loro oggi inizia una nuova vita”
“Riconoscere subito status di rifugiati ai profughi afghani arrivati nel nostro paese e inserirli nel Sistema e accoglienza integrazione”. Lo chiede l’assessore regionale all’immigrazione Stefano Ciuoffo (nella foto), ribadendo la posizione della Toscana sulla condizione giuridica e sulla modalità di accoglienza dei collaboratori afgani fuggiti dal proprio paese con il ponte aereo organizzato dall’Italia dopo la presa del potere da parte degli oltranzisti talebani. Si tratta di collaboratori che per 20 anni hanno collaborato fianco a fianco con i nostri militari alcuni dei quali già nei giorni scorsi hanno raggiunto Montecatini e Firenze dove hanno ricevuto una prima ospitalità e sono stati al momento sistemati in alberghi per la quarantena anti Covid. “Questi cittadini ha ribadito nel corso di un dibattito tenutosi ieri al Meeting antirazzista dell’Arci a Cecina (Li) – non hanno bisogno di seguire l’ordinario percorso per il riconoscimento dello status di perseguitato. La scelta di inserirli nel sistema di accoglienza straordinaria, più noto come Cas, è un’anomalia che deve essere superata”.
Ciuoffo ne ha approfittato anche per la recentissima circolare del Ministero dell’Interno inviata tra gli altri, a Prefetti e Anci, che mostra sì una leggera inversione di tendenza ma giudicata insufficiente. “Nelle conclusioni – continua Ciuoffo – richiama la precedente circolare del 19 agosto, in cui venivano indicati i Cas come unica via per l’accoglienza di questi cittadini afgani. Regione Toscana si era dichiarata disponibile ad anticipare le risorse qualora il governo avesse voluto potenziare ed ampliare il numero di posti disponibili all’interno della rete SAI. Al fianco dei Comuni e di Anci, abbiamo ribadito nella commissione immigrazione della conferenza delle regioni pochi giorni fa la necessità di uscire da questo inspiegabile paradosso”. Ciuoffo ha auspicato la creazione di creare un’alleanza istituzionale tra i territori che ospitano i rifugiati per dare vita a progetti condivisi in grado di sviluppare, concretamente, percorsi di integrazione, di formazione e di emancipazione. “Questi – ha concluso – sono i presupposti minimi per garantire inclusione sociale e rispetto della legalità. Ci attendiamo una marcia più rapida da parte del Governo, perché il tempo è scaduto”.
Intanto le calciatrici della squadra afghana di Herat, dopo aver svolto il periodo di quarantena nella tendopoli della Croce Rossa Italiana ad Avezzano (Aq), sono arrivate a Firenze. Ad accoglierle c’erano il sindaco Dario Nardella e l’assessore al welfare Sara Funaro. Si tratta in tutto di 25 persone fra atlete, allenatori e familiari.
“Le ragazze della squadra di calcio femminile di Herat sono appena arrivate con i loro familiari a Firenze – ha scritto Nardella su Twitter -. Ringrazio di cuore i nostri uomini dell’Esercito per aver condotto con successo le operazioni di evacuazione fin qui. Hanno lasciato il loro Paese con profondo dolore sfuggendo ad un reale pericolo di morte. Ora sono al sicuro qui grazie alla collaborazione della prefettura, di Caritas e COSPE, il Comune si prenderà cura di loro”. E Funaro ha aggiunto su Facebook: “Vederle scendere dai pullman militari con un sacchetto della spesa come bagaglio ha reso concreto quello che in queste settimane abbiamo tutti sperato: che si salvassero. Oggi per queste famiglie inizia una nuova vita e ognuno di noi dovrà fare la propria parte perché si sentano a casa. Non dobbiamo scordarci però che ci sono famiglie che non sono riuscite a partire e che stanno rischiando ancora. Il mio pensiero va a loro nella speranza che riescano a essere al sicuro.