Partito in questi giorni un programma di verifica e controllo sulla conservazione che durerà un paio di settimane
I preziosi affreschi di Masaccio, Masolino e Filippino Lippi si preparano ad essere sempre più belli in vista della riapertura dei musei. La Cappella Brancacci (Chiesa del Carmine) padrona di casa di questi affreschi in questi giorni è oggetto di una importante serie di lavori: i servizi tecnici e belle arti del Comune, in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e il il CNR-ISPC di Firenze, hanno messo a punto un piano di verifica e controllo sullo stato di conservazione.
Gli affreschi erano già stati restaurati alla fine del 1980 e sono in buono stato di conservazione, ma il piano di manutenzione programmata approvato dal Comune nel 2018 prevede un controllo periodico di tutto il patrimonio monumentale. Questo controllo prevede un monitoraggio di 2 settimane sullo stato di salute degli affreschi e consentirà la valutazione di quello che è successo dopo il primo restauro. “Approfittiamo di questo periodo di chiusura forzata dei musei per continuare la manutenzione e per poter poi riaprire gli spazi con ancora maggiore bellezza”, spiega l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi.
La famiglia Brancacci volle costruire la Cappella e il mercante Felice Brancacci commissionò nel 1423 a Masolino e Masaccio la serie degli affreschi con le storie di San Pietro. Ma nel 1427 tutto si fermò a causa della partenza di Masolino per l’Ungheria e di Masaccio per Roma. Nel 1436 poi Brancacci viene esiliato per via della sua antipatia verso la famiglia Medici e i frati fanno cancellare tutti i ritratti dei personaggi legati alla famiglia Brancacci. Come se non bastasse nel 1460 la Cappella cambia nome e viene intitolata alla Madonna del Popolo inserendovi la venerata tavola duecentesca. Solo con la riammissione della Famiglia Brancacci a Firenze nel 1480 Filippino Lippi effettuerà il ripristino e il completamento delle scene mancanti. Scampata all’incendio nel 1771 la cappella è acquistata dai Riccardi nel 1780 che rinnovano altare e pavimento. Gli affreschi trascurati per tutto l’Ottocento vengono rispolverati nel 1904, ma l’intervento massiccio effettuato alla fine del 1980 fa riaffiorare tutta la bellezza delle preziose superfici decorate.