E’ l’appello dell’Ordine degli psicologi della Toscana in occasione della Giornata Mondiale dei diritti dell’infanzia a cui aderisce il Comune. Funaro e Gulino: “Messaggio di speranza in questo periodo di grande emergenza”
Attivare nelle scuole sportelli di sostegno dedicati a bambini, adolescenti e famiglie. E’ l’appello rivolto dall’Ordine degli psicologi della Toscana ai dirigenti scolastici in occasione della Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in programma domani venerdì 20 novembre (hastag ufficiali #cicoloriamodiverde e #infanziaeadolescenza). All’invito aderisce anche il Comune di Firenze attraverso l’assessorato all’Educazione guidato da Sara Funaro.
“Ancora troppo spesso – dice – purtroppo i più piccoli e i più giovani vengono discriminati, sono vittime di violenza e vivono in condizioni difficili. Aderiamo all’appello lanciato dagli psicologi. Ritengo sia uno strumento molto utile per andare incontro ai bisogni di coloro che sono più fragili e mi auguro che molti dirigenti scolastici fiorentini lo accolgano. L’obiettivo è di costruire un mondo migliore per bambini e adolescenti, e sensibilizzare i cittadini sull’importanza di garantire i loro diritti”.
Nella situazione generale di stravolgimento causata dall’epidemia di Covid attivare nelle scuole sportelli psicologici a sostegno di criticità e bisogni, secondo quanto peraltro stabilito dal protocollo di intesa siglato il 6 agosto scorso col Ministero dell’Istruzione, diventa dunque fondamentale. Ne è convinta la presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana Maria Antonietta Gulino. “Vogliamo mandare un messaggio di speranza alla cittadinanza in questo periodo di grande emergenza. Mai come ora bambini, ragazzi e famiglie hanno vissuto e continuano a vivere mesi di estrema fragilità e di instabilità, che ha ricadute di natura psicologica, sociale e relazionale. Si tratta della fascia di popolazione a cui per prima abbiamo chiesto più sacrifici. La scuola ha dovuto stravolgere i metodi di insegnamento e si è trovata a distanziare i nostri ragazzi, a cambiare le loro consuetudini, i loro ritmi di vita, il loro metodo di studio, i loro necessari scambi relazionali, complicando la vita alle famiglie e togliendo colore al loro futuro”.