Al via con l’opera del pittore Cinquecentesco la complessa operazione di restauro che interesserà la sala del Colosso alla Galleria dell’Accademia
Circa un mese e mezzo fa alla Galleria dell’Accademia la conferenza stampa di presentazione dei lavori di restauro della Sala del Colosso, con l’annuncio ulteriore della direttrice Cecilie Hollberg di un robusto intervento di manutenzione e risanamento del salone posto subito dopo la biglietteria per poter di nuovo ospitare il pubblico quando sarà possibile con un percorso nuovo e più funzionale. A parte le opere inamovibili presenti, le altre sono state quasi tutte spostate in alcuni ambienti dedicati alle esposizioni temporanee, sottoposte a una valutazione del loro stato di conservazione e interessate da a un piano appositamente dedicato.
Proprio ieri questo specifico piano ha preso il via con La Resurrezione di Raffaellino del Garbo, una splendida tavola degli inizi del XVI secolo che con la sua grande cornice lignea è stata trasportata presso i laboratori che si prenderanno cura di questo dipinto in tutta la sua complessità. Il dipinto fu originariamente realizzato per la cappella della famiglia Capponi nella chiesa di S. Bartolomeo a Monteoliveto tra il 1500 e il 1505, e richiama nell’impostazione della scena le composizioni di Domenico Ghirlandaio, pittore al tempo famoso e responsabile di una fiorente bottega cittadina. Raffaellino Del Garbo, che di cognome faceva Dei Carli, (S. Lorenzo a Vigliano, 1466 – Firenze, 1525 circa), nei suoi tratti rispecchia anche l’influenza del Verrocchio e del Lippi. E, come ha notato la critica, “Questi espliciti riferimenti ai maestri citati denotano la capacità di Raffaellino di aggiornarsi sull’arte del suo tempo e di combinare le sue molteplici fonti di ispirazione con esiti di grande piacevolezza narrativa ed efficacia espressiva”.
Ne La Resurrezione il significato profondo del tema sacro è reso familiare grazie alla scelta dell’ambientazione nella quale, a un occhio appena un po’ esperto non sfuggirà sullo sfondo una veduta di Firenze caratterizzata dall’Arno e da monumenti su cui spicca riconoscibilissimo Palazzo Vecchio. Il restauro della parte pittorica permetterà una concreta riflessione sull’opera che integrerà imaging fotografico e metodologie di analisi, operazioni indispensabili per ottenere una serie di informazioni utili per l’operazione. L’altro importante intervento – come sottolinea spiega Eleonora Pucci, responsabile dell’ufficio restauro della Galleria – riguarderà la cornice lignea a tabernacolo che completa il dipinto e lo valorizza. Si procederà infine con le operazioni di fermatura e consolidamento