Regionali 2020: nel Pd si scaldano i motori dopo la rinuncia della segretaria Simona Bonafè. Il numero uno di Palazzo del Pegaso in pole position
“Primarie aperte, non solo a esponenti Pd ma anche a rappresentanti di forze diverse dal Partito Democratico che vogliono aggregarsi intorno al centrosinistra”. Eugenio Giani, presidente del Consiglio Regionale, rilancia pesantemente la sua idea di consultazione per scegliere il candidato alle Regionali del 2020 dopo la rinuncia ufficiale a correre di Simona Bonafè segretaria regionale ed eurodeputata Pd.
Le primarie, secondo il numero uno di Palazzo del Pegaso, che gode dell’appoggio di buona parte dei renziani, potrebbero tenersi già a settembre o al più tardi a ottobre. E in questo senso prova già a ipotizzare una possibile data: “A mio parere – dice – è molto importante che il 10 settembre, come previsto dal regolamento venga insediata la commissione delle primarie”.
Parole che non lasciano adito a molti dubbi sulla volontà di Giani di imprimere una fortissima accelerazione per quanto riguarda il nominativo da presentare poi a maggio agli elettori, alla luce anche della grande manifestazione tenutasi lo scorso fine giugno al teatro Puccini per il battesimo dell’associazione “Laboratorio Toscana” quando da solo riuscì a mettere insieme oltre 800 persone e della recente intervista su Repubblica nella quale ha lanciato i suoi 50 punti programmatici.
“Sgombriamo subito il campo, visto che il mio nome è stato tirato in ballo a sproposito – ha detto Bonafè ai microfoni di Lady Radio -. Non nego che in molti mi hanno chiesto di pensarci ma non intendo candidarmi alla presidenza della Regione Toscana. Sono statavotata da 170mila persone che alle europee hanno scritto il mio nome sulla scheda, non tradirò la loro fiducia”. E subito Giani si è affrettato a commentare: “Quelle di Bonafè mi sembrano dichiarazioni molto responsabili, espressione di una personalità di assoluto equilibrio e di grande significato. Rispettando i voti che l’hanno portata a essere la prima degli eletti alle Europee, giustamente pensa a completare il suo mandato”.
Tutti d’accordo dunque? Nemmeno per idea perché nel Pd improvvisamente è riesplosa la bagarre delle settimane scorse alla ricerca del candidato perfetto. Non tanto, dicono i maligni, per offrire il nome migliore possibile: quanto per mettere i bastoni tra le ruote allo stesso Giani in nome di quella unità molte volte sbandierata che poi invece deve drammaticamente fare i conti con i giochini e i veti incrociati delle varie correnti.
Così Stefania Saccardi, assessore regionale alla sanità, renziana della prima ora, che già poco aveva gradito la kermesse del Puccini, senza mezzi giri di parole, afferma di avere i titoli per candidarsi governatrice (e sarebbe la competitor più forte e accreditata di Giani) ma aggiunge “prima parliamo del programma”. E poi ci sono l’ex deputato Federico Gelli, uomo di Paolo Gentiloni in Toscana, e Emiliano Fossi, sindaco zingarettiano di Campi Bisenzio confermato l’anno scorso che lascerebbe volentieri la sua cittadina per approdare dritto in Regione.
Bonafè dice ancora che “il nome del candidato lo sceglieremo insieme” e aggiunge che “non ho mai escluso le primarie” facendo però anche intendere che non vanno fatte per forza se il nome giusto esce subito. Un nome che oltre al Pd vada bene anche alla coalizione che lo sosterrà, forse il vero punto interrogativo di tutto.