La protesta di Ristoratori Toscana e Tni Italia (ma c’erano molte altre categorie) contro il Dpcm anti-Covid è partita da Ponte Vecchio con il supporto di Gianfranco Vissani. Gianassi: “servono misure nazionali di sostegno alle categorie colpite, che arrivino velocemente”
Entro stasera arriveranno a San Casciano per poi proseguire verso San Gimignano, Siena, SanQuirico d’Orcia, Bolsena, Montefiascone fino ad arrivare nella Capitale dove dovrebbero giungere il 13 novembre.
La marcia di protesta su Roma a piedi organizzata dall’associazione Ristoratori Toscana e Tni (Tutela nazionale imprese) ha preso il via questa mattina da Ponte Vecchio con la partecipazione di moltissime categorie di lavoratori e lavoratrici toccate dal nuovo Dpcm in materia di contenimento del Coronavirus (c’erano anche Ncc, lavoratori dello spettacolo, artigiani, ambulanti e numerosi rappresentanti di piccole e medie imprese che lavorano con il turismo) e una “guest star” d’eccezione: lo chef Gianfranco Vissani che ha voluto condividere con loro ansie e preoccupazioni. Confusi fra i partecipanti anche esponenti politici locali come i capigruppo a palazzo Vecchio di Fratelli d’Italia, Alessandro Draghi, e di Forza Italia Jacopo Cellai.
“Sono a rischio chiusura – ha detto Pasquale Naccari presidente di Ristoratori Toscana – dal 30 al 50% delle nostre attività. La piccola impresa è la spina dorsale d’Italia e non può morire. Durante questi mesi ci siamo messi in regola per quanto riguarda le disposizioni anti covid: dai plexiglass al distanziamento, alla riduzione dei coperti, alle regole imposte a piscine e palestre, per poi tornare a chiudere”. Prima dell’inizio della protesta è stato osservato un minuto di silenzio in memoria del ristoratore che il 22 agosto scorso si è tolto la vita a Firenze nel suo locale in zona Santa Croce per la preoccupazione sul futuro della sua attività. “Un minuto di silenzio – ha sottolineato – perché il sacrificio di Luca non vada sprecato”.
A Roma chiederanno di essere ricevuti dal premier Giuseppe Conte a cui sottoporranno il loro elenco di rivendicazioni. Tra le richieste canoni d’affitto proporzionali alle perdite e ai tempi di chiusura, consentire il beneficio del credito d’imposta anche alla somministrazione, sospensione di tutte le tasse, blocco degli sfratti, la costituzione di un fondo perduto per il periodo di chiusura commisurato ai cali di lavoro registrati.
“Si preannuncia senza dubbio un momento ancora molto duro, per il commercio e l’artigianato fiorentino – commenta l’assessore allo sviluppo economico Federico Gianassi – servono misure nazionali di sostegno alle categorie colpite, che arrivino velocemente, a fondo perduto, di riduzione delle tasse, che servano a ridurre il più possibile i costi in questa fase in cui la produttività è oggettivamente molto bassa, per aiutare le imprese, e quindi il mondo della produttività e dell’occupazione, a resistere oltre questa crisi, in attesa di ripartire a pieno quando sarà possibile”.
Che poi aggiunge: “Sul bilancio 2020 che si chiude ora malgrado le difficoltà abbiamo lavorato su una grande manovra di riduzione delle tasse di 40 milioni e su un protocollo sugli affitti, abbiamo previsto l’incentivo Imu per i proprietari che riducono l’affitto a commercianti e artigiani. Credo sia una buona base di partenza per continuare a lavorare su misure di questo tipo anche per il prossimo anno perché è del tutto evidente che la situazione attuale non può essere risolta in poche settimane”.