La rabbia del sindaco che lancia un appello all’unità delle istituzioni lasciando da parte la politica rissosa. Il bilancio della notte folle di ieri è di 4 arrestati e una ventina di denunciati. Dieci feriti lievi fra le forze dell’ordine
“Io una notte così non l’ho mai vista. E’ stato fatto un grande lavoro di ripulitura ma non è tanto il danno materiale quanto il danno di immagine che si è dato. Firenze sfregiata, il centro storico patrimonio dell’Unesco messa a ferro e fuoco da un manipolo di violenti, facinorosi a cui non interessa niente del dolore e della sofferenza del nostro paese in questo momento. Dobbiamo avere la forza di lanciare un confine tra la legalità e la violenza gratuita. E’ qui che l’unità delle istituzioni è fondamentale. Una politica rissosa, un paese che litiga dalla mattina alla sera non è altro che il terreno fertile per questa gente che cerca solo violenza”.
Il giorno dopo i disordini avvenuti durante la manifestazione non autorizzata di ieri sera che ha coinvolto il centro storico di Firenze, il sindaco Dario Nardella usa parole molto forti per esprimere la rabbia sua e di una città intera per lo sfregio perpetrato da alcune centinaia di teppisti che hanno attaccato più volte le forze dell’ordine nelle strade comprese fra via Calzaiuoli, via degli Speziali, via e piazza Strozzi fino a culminare con le fioriere distrutte in via Tornabuoni e con il lancio di una molotov nella zona di Borgognissanti che solo per una coincidenza fortuita non ha avuto conseguenze maggiori per le persone che si trovavano nei paraggi.
Fin dalla prime ore della mattina la strada più glamour della città e le vie adiacenti sono tornate alla loro vita abituale, ripulite di tutto punto. Ma la rabbia e la tensione per quanto accaduto sono ancora fortemente palpabili. “Siamo tutti scossi, oltre che arrabbiati – continua il primo cittadino -. Abbiamo evitato il peggio: grazie al lavoro delle forze dell’ordine e gli appelli ripetuti in città nei giorni prima non si è creata quella situazione di insostenibilità che avrebbe potuto creare danni ai monumenti e addirittura feriti gravi. Qui non c’è un organizzatore visibile, c’è una regia occulta che accende queste micce approfittando della rabbia sociale: abbiamo assistito a una vera e propria aggressione del centro storico da parte di una teppaglia indistinta di ultras anarchici, qualche frangia di estrema destra, giovani semplicemente in cerca di violenza e di scontri. Il punto è che qualcuno ha pubblicato questo volantino. Bisogna quindi andare a individuare questi responsabili”.
E il bilancio della notte folle, fa sapere la questura, al momento è di 4 arrestatati e di una ventina di denunciati. In totale sono 10 i feriti lievi tra gli appartenenti alle forze dell’ordine. L’arresto è scattato per quattro persone vicine all’area anarco-antagonista, tra cui, un 19enne proveniente da Arezzo al quale è stato contestato il lancio di molotov nella zona di borgo Ognissanti. Agli altri tre, tra cui due donne di 26 e 28 anni e un 29enne, tutti residenti a Firenze e provincia, è stato invece contestato il reato di resistenza a pubblico ufficiale.
“Fra i fermati – conclude Nardella – ci sono tantissimi giovani, ventenni o poco più che ventenni e questo ci fa riflettere. Stamattina mi sono chiesto ma che società stiamo costruendo? Non possiamo attribuire quello che sta accadendo soltanto alla situazione drammatica che stiamo vivendo col Covid. C’è un problema che chiama in causa tutti noi, le famiglie, le scuole: i ventenni che hanno attaccato le forze dell’ordine erano gli stessi ventenni che hanno bruciato i motorini in Piazza Davanzati. C’è un problema sociale che chiama in causa i nostri giovani, e anche noi evidentemente non siamo pronti ad ascoltarli. Insomma è un problema che riguarda tutti. Per questo la politica deve avere un sussulto di responsabilità e non essere rissosa. Temo che quella di ieri non sia l’ultima di manifestazioni di questo tipo. Credo che lo sforzo del Viminale e dell’intelligence del nostro paese adesso debba essere mirato a colpire la causa di questi fenomeni che mettono a rischio le nostre città”.