Sacchi e gli altri assessori alla cultura: “Si colpisce il settore che più di ogni altro ha saputo adottare misure efficaci contro la diffusione del Covid. Subito l’attivazione di ammortizzatori sociali”
“Il fermo a cinema e teatri è ingiustificato e disastroso: servono subito aiuti concreti”. E’ l’accorato appello degli assessori alla cultura di undici grandi città italiane, fra cui il fiorentino Tommaso Sacchi, rivolto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai ministri per i beni e le attività culturali Franceschini, del lavoro Catalfo e dello sviluppo economico Patuanelli dopo la firma dell’ultimo Dpcm nel quale si sospende l’attività (che fra l’altro stava faticosamente riprendendosi) di sale cinematografiche, teatrali e di concerti.
“La misura assunta oggi – spiegano nel documento – colpisce il settore produttivo italiano che più di ogni altro ha saputo adottare misure efficaci e responsabili nel contrasto alla diffusione del Covid-19. L’evidenza statistica dimostra che oggi proprio i teatri e i cinema sono, in virtù del senso di responsabilità dimostrato nell’applicazione delle misure medico-sanitarie da gestori, lavoratori e pubblico, i luoghi più sicuri del Paese, insieme a musei, spazi espositivi ed altri luoghi della cultura, mantenuti aperti dal Decreto. In questa luce, la sospensione degli spettacoli appare ingiustificata visto che le misure disposte considerano invece compatibili altre attività che per la propria natura non possono garantire i livelli di protezione adottati nei luoghi di spettacolo, per il pubblico come per gli operatori”.
Sacchi e i colleghi alla cultura ricordano che lo spettacolo è uno dei più rilevanti settori produttivi italiani e che recentemente ha richiamato dalla Cassa Integrazione la quasi la totalità dei lavoratori al fine di garantire una paga dignitosa e un corretto trattamento delle diverse professionalità impegnate. Ma, sottolineano, la decisione assunta dal Governo avrà “effetti disastrosi per un settore già duramente provato”, e soprattutto priverà i cittadini di un importantissimo strumento di condivisione e riavvicinamento sociale nel pieno rispetto del distanziamento fisico:
“Nella storia delle democrazie – ribadiscono ancora – la tenuta sociale delle comunità, soprattutto nei suoi momenti più critici e dolorosi, si è sempre fondata soprattutto sulla possibilità di condividere esperienze culturali”. Per questo chiedono la revisione della disposizione al più presto in modo da far riaprire teatri, cinema e sale da concerto prima del termine di efficacia del Decreto, soprattutto se le analisi di tracciamento del contagio delle ultime due settimane confermeranno la bassa, o nulla, incidenza dei luoghi dello spettacolo nella diffusione epidemica.
“Chiediamo anche – concludono – un’immediata attivazione di ammortizzatori sociali, concreti ed efficaci, per tutte le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo, con particolare attenzione ai soggetti professionali la cui attività è caratterizzata da intermittenza, occasionalità e precarietà, valida a partire già da lunedì 26 ottobre”.