Secca la replica del patron Viola alle reazioni della politica sulla costruzione del nuovo stadio a Firenze. E poi presenta uno studio sugli impatti economici che verrebbero per la città in caso di realizzazione di una struttura nuova al posto del Franchi
“Portate l’architetto che volete, io sono disponibilissimo, chiunque sia. Dico ai politici, qui cadono i calcinacci, andate e fatelo. Andate in Europa, chiedete i soldi e fate i progetti, poi ne parleremo. Ma con i soldi di Rocco si fa quello che dice Rocco. Ovviamente nei limiti di legge».
Parole e musica di Rocco Commisso, presidente della Fiorentina che stamani presentando uno studio degli impatti economici, effettuato da Monitor Deloitte | Strategy Consulting, in caso di costruzione di un nuovo stadio da edificare al posto dell’attuale impianto ci è andato giù molto pesante nei riguardi della politica adombrando quasi la possibilità che l’iniziale entusiasmo posso alla fine passargli convincendolo a tornare in America.
Ma si è trattato perlopiù di una ulteriore mossa per forzare ancora una volta i tempi (leggi Palazzo Vecchio), non bastandogli evidentemente come si stanno muovendo politici e istituzione (l’emendamento ad hoc approvato dal Parlamento cosiddetto “sblocca-stadi) che aggira i vincoli delle Soprintendenze dando più poteri ai sindaci). “Forse – ha continuato il tycoon – non hanno capito: ho già messo più soldi nella Fiorentina in un anno che tutti quelli che c’erano prima. Io non li ho rubati i soldi, li ho guadagnati lavorando e posso investirli altrove. Un po’ di riconoscimento me lo aspetterei. Come visto con questo studio, che ci sarebbero tanti incentivi per la città, per la gente di Firenze. Mi aspetterei degli aiuti dalla politica”.
Il riferimento è a una dichiarazione dell’onorevole Pd Rosa Maria Di Giorgi che ha rilanciato per il restyling del Franchi la proposta di un concorso internazionale di idee giudicando poi “inappropriate” le parole di Commisso. Che non l’ha presa proprio benissimo. “C’è il rischio che mi stanchi, che mi passi l’entusiasmo. Ho 70 anni, ho sempre detto fast fast fast. Lasciatemi fare queste cose, e fatemi lasciare qualcosa di bello a Firenze. Mia moglie mi ha detto: qui va buttato tutto. Vogliamo una struttura moderna, dove tutto funziona. Senza stadio la Fiorentina vivacchierà e io non sono venuto qui per vivacchiare. I ricavi della Fiorentina sono ai livelli di vent’anni fa, ma vent’anni fa i calciatori costavano molto meno gli ingaggi erano molto più bassi e qui non c’è neppure il salary cap (tetto salariale ndr) e chi ha più entrate aumenta il divario con le altre”.
Commisso ha citato nuovamente il caso dello Yankee Stadium, il più importante in America, distrutto e poi ricostruito con un costo di 2,3 miliardi di dollari di cui 1,4 dati dal Governo. Ma ha anche corretto il tiro su quel termine “distruggere” che aveva suscitato un vespaio di reazioni e polemiche soltanto un paio di giorni fa. “Del Franchi – ha proseguito – possiamo tenere la torre di Maratona e le scale elicoidali ma tutto il resto si deve buttare giù. Io non sto cercando i soldi per lo stadio, ma chiedo incentivi al Comune. Con questo progetto investiamo e i turisti arriveranno davvero nel nuovo stadio Franchi”. Entro i prossimi due mesi Commisso si recherà a Roma per presentare il progetto, ma ha ribadito che il vecchio Comunale non è la sola opzione. “Stiamo lavorando – ha concluso – anche all’ipotesi Campi Bisenzio con uno studio parallelo”.