Vittorio Sgarbi solidale con la protesta dei residenti stanchi di notti alcoliche, spaccio e musica a tutto volume: “Non possiamo permettere che un luogo sacro sia violato da comportamenti inaccettabili”
Il sindaco tanto atteso non è venuto. Perché, afferma, “non ero stato invitato e ho capito che non volevano esponenti politici, poi preferisco non partecipare a eventi pubblici oggi che è giorno di silenzio elettorale, eventi che attengono ad aspetti amministrativi o anche solo indirettamente politici”.
Ma ci ha pensato il vulcanico critico d’arte Vittorio Sgarbi a portare tutta la sua solidarietà ai residenti di Santo Spirito che questa mattina hanno organizzato un flash mob di protesta contro degrado e mala movida sul sagrato della Basilica omonima approfittando della inaugurazione della mostra “Lorenzo Puglisi – Davanti a Michelangelo. Crocifissione, umanità, mistero” che accoglie l’opera dell’artista biellese accanto al più famoso crocifisso ligneo di Michelangelo Buonarroti.
“Esorto Nardella – continua Sgarbi – a venire qui e dire che il nostro è un problema di responsabilità civica, religiosa e spirituale. Non possiamo consentire che un luogo civico sia violato da comportamenti inaccettabili. Quindi è importante che lui garantisca tre vigili urbani che impediscano alle persone di fare la pipì. In primo piano nella politica fiorentina c’è il rispetto per i valori culturali e spirituali che non può essere messo al secondo posto. La politica qui deve essere legata alla consapevolezza di una storia che non può essere violata. Tu devi rivendicare valori che sono anche tuoi, perché Santo Spirito è anche tuo. Che uno mi pisci sulla chiesa è qualcosa che va contro ogni logica. Il decoro di questa chiesa è responsabilità di questa città e del Governo”.
Ma intanto nelle sere sempre più alcoliche e sempre più ricorrenti di mala movida ognuno continua a fare quello che gli pare. E, come accaduto già a giugno, la nuova ordinanza emessa da Palazzo Vecchio non sembra per il momento sortire effetti decisivi perché comunque ognuno l’alcol trova il modo di procurarselo lo stesso. Così i residenti sono scesi nuovamente in piazza stavolta con cartelli eloquenti per gridare tutta la loro rabbia verso una situazione con la quali sono costretti a vivere da anni e che negli scorsi mesi, complice anche forse il post lockdown, si è fatta ancora più pesante.
“Siamo terrorizzati – dice Camilla Speranza -, esasperati ed increduli di fronte alla tracotanza della amministrazione; chiediamo il divieto di vendita e consumo da asporto di alcolici da oltre quattro mesi, la chiusura dei locali alle 24, l’applicazione delle ordinanze, il rispetto della legge. Qui regna la totale anarchia. La politica ha scelto di lasciare Santo Spirito nelle mani di trafficanti, drogati e alcolisti. Lo Stato è totalmente piegato. Assistiamo impotenti e impauriti da oltre quattro mesi alla sottomissione di amministrazione e forze dell’ordine, muti e impassibili di fronte a spaccio, degrado alcolico, atti osceni in luogo pubblico, minacce, reiterato disturbo della quiete pubblica, regolamenti di conti, danni a monumenti, luoghi e cose. I residenti rischiano la propria incolumità tornando a casa e hanno ogni sera danni alle proprie abitazioni, alle auto, alle moto, alle biciclette e sono imprigionati a casa propria. È evidente il fallimento della amministrazione e dello Stato in materia di sicurezza. Santo Spirito ne è il conclamato, triste esempio. Il sagrato della Basilica monumentale di Santo Spirito è un luogo sacro: non può e non deve più essere la vasca di contenimento dello sballo”.
Aggiunge Jacopo Martini, uno dei uno dei portavoce del gruppo di Santo Spirito: “L’ordinanza del sindaco non è la soluzione. Ci saremmo aspettati che Nardella, dopo l’esposto presentato in Procura, ci avrebbe incontrati: e invece no. Qui va sempre peggio e anche questa notte, del provvedimento anti alcol, nessuna traccia: fino alle 4 bande di ragazzini hanno continuato a bere e urlare sotto le nostre case”. Maria Vannello, una delle residenti più agguerrite, è stata anche minacciata di morte: “Non è più vita questa. Non possiamo dormire, respiriamo puzza di urina, e sotto le nostre case ci sono tappeti di vetri rotti – si sfoga -. Vogliono mandarci via dalle nostre abitazioni”.
Dal canto suo il sindaco Nardella ribadisce la disponibilità a qualunque tipo di confronto. “Se e quando vorranno io sarò felicissimo di incontrare questi residenti manifestanti come abbiamo incontrato sia io che i miei assessori altre associazioni e comitati in altre occasioni. Io frequento molto spesso l’Oltrarno, ci ho abitato anche per vari anni, mi dispiace di ricevere accuse infondate. Non mi pare che con l’ordinanza dell’altro ieri abbia favorito anche l’economia”. Vedremo se la prossima sarà la volta buona.