Continua la moria di pesci e volatili nell’area interessata dal rogo. “Informare e coinvolgere per far uscire la cittadinanza dalla condizione di timore”
Continuano a morire i pesci nella Greve e in Arno. A poco più di una settimana dal rogo che ha completamente distrutto la Silo di San Bartolo a Cintoia, fabbrica che produceva oli e acidi grassi per il settore industriale, zootecnico e farmaceutico, resta alta l’attenzione sulle conseguenze che ha avuto l’incendio soprattutto per quanto riguarda le ricadute ambientali sulla zona.
E così dopo una prima interrogazione urgente presentata da Fratelli d’Italia, sono adesso Antonella Bundu e Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune) a chiedere chiarezza all’amministrazione attraverso un analogo documento depositato in questi giorni in Comune. “I pesci di Greve e Arno – spiegano supportati da Filippo Zolesi e Vincenzo Pizzolo rappresentanti di Spc al Q4 e Q5, e da Donatella Verdi di Sinitra Italiana – continuano a morire e ci sono giunte anche segnalazioni fotografiche di alcuni uccelli deceduti. Arpat prosegue negli accertamenti, ma la Giunta ha emanato una seconda ordinanza che integra quella del 13, segno che evidentemente si protrae una situazione di forte preoccupazione. Occorrono la massima chiarezza e puntualità, nei confronti della cittadinanza, del Consiglio comunale e di quelli dei quartieri 4 e 5. Anche perché sembrerebbe chiaro che la pulizia dei fiumi e degli argini non sarà per il momento completa: solo parte del materiale sarà rimosso mentre il restante verrebbe solo coperto, in attesa di una futura rimozione”.
Gli esponenti di opposizione sottolineano di non voler cavalcare le paure delle persone, ma evidenziano anche come pur escludendo particolari nocività per la popolazione di quell’area le autorità restino caute e “rimandino a approfondimenti e analisi, che si rinnovano di giorno in giorno, senza risposte definitive”. “Crediamo – concludono – sia necessario un atteggiamento di grande trasparenza, sebbene si sia ad agosto. Si deve informare e coinvolgere i diversi gruppi politici, per permettere alla cittadinanza di uscire da una condizione di costante timore. Anche perché è già passata più di una settimana dall’incendio e, secondo quanto segnalato dalla cittadinanza, l’aria continua ad essere ancora irrespirabile e al momento non vi è la certezza che non vi siano rischi per le persone. Non si può assolutamente sottovalutare la situazione.