A nulla è valso l’incontro di oggi in Regione. Su 170 dipendenti, 50 andranno nel capoluogo lombardo mentre oltre 100 hanno scelto il licenziamento. Nardella: “Chiederò un incontro al Governo”
Su 170 dipendenti, oltre 100 hanno dato la preadesione al piano sociale: licenziamento cioè con corresponsione da 8 a 11 mensilità a seconda dell’anzianità di servizio. Oltre 50 invece si trasferiranno a Milano secondo le condizioni previste dal contratto nazionale in questi casi. Finisce nella maniera peggiore possibile la vertenza alla Roberto Cavalli dopo che l’azienda ha comunicato a sindacati e Regione, nel tavolo oggi convocato a Palazzo Strozzi Sacrati, le proprie volontà. Scompare dunque la sede fiorentina della maison di moda e anche lo storico stabilimento all’Osmannoro.
“Si perde – commentano i sindacati Femca Cisl e Filctem Cgil Firenze – un enorme patrimonio professionale e umano, oltre a una risorsa per il territorio. Restiamo preoccupati sul futuro industriale del marchio – in Toscana sono numerose le ditte fornitrici – e anche i lavoratori sembrano esserlo, visto che oltre 100 di loro hanno scelto di licenziarsi piuttosto che trasferirsi nella sede milanese. I lavoratori hanno lottato finché hanno potuto per convincere l’azienda a rinunciare alla chiusura della fabbrica di Sesto Fiorentino, ringraziamo le istituzioni locali che ci sono state accanto”. Dal canto suo Gianfranco Simoncini, consigliere per il lavoro del presidente Rossi, ha preso atto dell’accordo stipulato fra sindacati e azienda per sostenere i lavoratori che hanno scelto di non trasferirsi.
“Un accordo apprezzabile – ha sottolineato – ma al quale dovrebbe ora seguire un confronto per supportare i disagi a cui andranno incontro anche i 54 lavoratori che dovranno spostarsi fuori regione”. Simoncini, nel corso dell’incontro, ha chiesto anche garanzie per quanto riguarda l’indotto sul territorio, ottenendo la conferma che i rapporti in atto resteranno in piedi. Regione e Comune di Sesto Fiorentino hanno auspicato che il sito produttivo di Osmannoro possa, dopo la cessazione dal primo di settembre della attività di Cavalli, tornare ad essere sede di attività produttive, manifestando la disponibilità a lavorare per favorire questa possibilità che potrebbe portare nuova occupazione.
Durissimo il commento del sindaco di Firenze Dario Nardella, sindaco anche della Città metropolitana: “La decisione della nuova proprietà di Cavalli di chiudere tutto a Sesto Fiorentino e spostare l’intera produzione a Milano è una vergogna. Chiederò domani stesso un incontro al governo per condividere azioni contro soggetti che – come ha detto il sindaco di Sesto – hanno un atteggiamento predatorio e, aggiungo strafottente verso lavoratori e istituzioni. Fondi finanziari come quello che ha acquistato Cavalli non meritano nessun aiuto, né economico, né istituzionale. Mi auguro che tutte le persone di buona volontà vadano avanti ad oltranza per evitare che si consumi questo disastro che colpisce un territorio già sofferente a causa della crisi economica legata al Covid-19.