Massimo Pieraccini guida il Nucleo Operativo Protezione Civile Logistica dei Trapianti: “Abbiamo deciso di andare avanti nonostante tutto perché c’è chi non può aspettare”
“Abbiamo deciso di andare avanti nonostante tutto perché c’è chi non può aspettare”. Il volto di Massimo Pieraccini si allarga in un sorriso e in un attimo tutta la stanchezza accumulata sparisce. Da quando è iniziata l’emergenza Covid-19 sono state oltre 60 le missioni portate a termine con successo dal Nucleo Operativo di Protezione Civile Logistica dei Trapianti, l’eccellenza del volontariato fiorentino nel campo degli interventi salvavita e dei trapianti. Con lui hanno condiviso notti lunghissime e hanno percorso migliaia di chilometri in strade e autostrade Marzia, Nadia e tutti gli altri volontari che si sono alternati in questa corsa affannosa che aveva e ha come unico obiettivo quello di ridare speranza ai pazienti che aspettano “il Dono”.
“Durante l’emergenza causata dalla pandemia – racconta Pieraccini che recentemente ha ottenuto il riconoscimento di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana per meriti civili – se da una parte a livello internazionale sono rallentate per ovvi motivi le nostre attività, dall’altra sono aumentate quelle nazionali a causa della chiusura delle frontiere che ci ha costretto a fare “da staffetta” per permettere alle donazioni che arrivavano dall’estero di raggiungere l’ospedale di destinazione in Italia. É stato necessario infatti continuare a garantire quelle attività di medicina d’urgenza salvavita che sono il nostro quotidiano”.
Tanti gli episodi accaduti durante gli 80mila chilometri percorsi da Fiumicino, unico hub italiano aperto con destinazioni in tutto il nord Italia. Come quando il Nucleo è riuscito a far rientrare in Italia due volontari, uno dalla Turchia e uno dagli Stati Uniti, nei primi giorni delle restrizioni, e completato la missione nonostante il blocco alle frontiere internazionali a Ulm e Francoforte (Germania): e un altro a Helsinki dove il corriere è rimasto per 72 ore chiuso negli aeroporti senza mangiare, bere e dormire. E poi il midollo osseo portato a cinque pazienti ricoverati al Meyer e a Careggi, e ancora il viaggio della speranza a Cagliari dove in meno di mezz’ora grazie alla collaborazione e alla disponibilità della Prociv locale il Nucleo ha ottenuto il permesso di entrare in Sardegna.
“Del tutto eccezionale – continua Pieraccini – anche la missione transfrontaliera via terra resasi necessaria per salvare la vita a un paziente ricoverato ad Alessandria che doveva ricevere le cellule da un familiare residente in Austria, operazione impossibile con le frontiere che con quel paese erano chiuse. Ma i corrieri del Nucleo, grazie alla collaborazione con la Polizia di frontiera italiana di Tarvisio, sono riusciti a farlo ritirandole nella “terra di nessuno” della frontiera chiusa di Coccau (Tarvisio) dal collega tedesco”.
Settimane dunque di straordinari per gli uomini e le donne del Nucleo. “Riceviamo tanta gratitudine da parte dei medici e anche da chi quel Dono lo aspettava con ansia. Immaginiamo sempre la loro faccia, ora più che mai, quando il medico entra nella loro stanza e gli dice sono arrivati. Per questo abbiamo deciso di andare avanti nonostante tutto, perché c’è chi non può aspettare”.