La comunicazione del sindaco Nardella sullo stato dell’emergenza Covid in città nel Consiglio che torna a riunirsi a Palazzo Vecchio. Territorio suddiviso in nove zone e riprogrammazione dei vigili di quartiere per la sicurezza, mentre per lo stadio si aspetta di esaminare le opzioni proposte dal presidente Viola Commisso
Dal giorno dell’ultima comunicazione, lo scorso 30 marzo, la situazione sanitaria è decisamente migliorata. Ma è l’aspetto economico ora a preoccuparlo fortemente: un dissesto già palesatosi in quei primi frangenti e che adesso ha assunto i contorni di una crisi senza precedenti per la città.
Nel primo consiglio comunale che torna a riunirsi nella sua casa istituzionale a Palazzo Vecchio, non nell’abituale Sala de’ Dugento ma nel più ampio Salone dei Cinquecento per garantire le migliori condizioni di sicurezza e il distanziamento sociale per consiglieri e giornalisti, il sindaco Dario Nardella torna a riferire sullo stato dell’emergenza Covid-19. E la sua è una lunga esposizione, quasi un’ora di intervento, in cui ribadisce per intero le linee già espresse nel documento “Rinasce Firenze presentato a fine maggio (una sorta di secondo programma amministrativo di mandato adattato all’emergenza Coronavirus) e aggiunge poche ma rilevanti novità.
Come ad esempio la chiusura di alcuni reparti Covid (Montedomini, Careggi, la struttura messa a disposizione all’interno del Centro Tecnico Figc di Coverciano e quella di accoglienza di viale Guidoni, le strutture alberghiere del comune, insieme alla fine delle attività di emergenza della Prociv) che dimostra come lo scenario rispetto a poche settimane fa sia radicalmente mutato. Merito, sottolinea Nardella, del sistema sanitario “cha saputo rispondere positivamente a questa emergenza senza precedenti” e dei cittadini i quali “hanno risposto con responsabilità a tutte le disposizioni date in questi mesi.
Le persone decedute a Firenze per il Coronavirus a oggi sono 201 e a loro presto verrà dedicato un piccolo bosco a Trespiano dove ogni albero piantato servirà a ricordare la persona che non c’è più. In quarantena restano 19 persone rispetto alle 2.000 assistite all’inizio di maggio e anche questo secondo il primo cittadino fiorentino è un segnale che “la malattia nella nostra città non hai mai preso i toni drammatici rispetto ad altre realtà del nostro Paese”. “Questo però – ha sottolineato – non ci deve far abbassare la guardia”. Altro dato positivo, il test sierologico effettuato su circa 1.300 dipendenti comunali dal quale è venuto fuori che nessun ha contratto il COVID-19.
Ma accanto a questo resta devastante l’emergenza economica già delineata in occasione della presentazione di “Rinasce Firenze” i cui numeri si riassumono in più di 6 miliardi di euro di danni all’export, un miliardo di euro di perdite nel solo settore del turismo, 200 milioni di euro di disavanzo stimato nelle casse del Comune. “Che l’emergenza sociale si stesse aggiungendo a quella sanitaria lo abbiamo visto dai primi giorni, quando il comune e la rete del volontariato si sono trovati a distribuire 7000 buoni spesa a persone e famiglie in crisi. Lo stesso è avvenuto con il bando comunale per l’emergenza affitti: in un solo giorno sono arrivate 1700 domande. Ai poveri di sempre si sono sommati i poveri dell’epidemia”.
Nardella ricorda ancora il piano per incentivare il ritorno della residenza nel centro storico e la concessione di spazi pubblici per i bar e ristoranti in modo da far prendere fiato alle attività commerciali. Poi i capitoli dedicati cultura, stadio e “movida molesta”. Sono state 8.500 le persone che hanno visitato gli Uffizi, Boboli e Palazzo Pitti dalla riapertura. “Un grande segnale, in un momento complicato per tutte le attività culturali”. Quanto allo stadio, Nardella aspetta di incontrare la proprietà della Fiorentina per esaminare nel dettaglio le quattro ipotesi prospettate dal presidente Commisso (https://www.lamartinelladifirenze.it/il-futuro-della-fiorentina-passa-da-campi-e-da-bagno-a-ripoli/ ) sempre con l’obiettivo di “promuovere Firenze, la Fiorentina e l’economia del territorio”, e assicura di lavorare“per rendere più sostenibile e fruibile l’intera area di Campo di Marte”.
Infine il problema sicurezza alla luce anche degli ultimi fatti accaduti a Sant’Ambrogio. Ci sarà una riprogrammazione del servizio dei vigili di quartiere con l’obiettivo di garantire maggiormente la presenza diffusa sul territorio di pattuglie appiedate della polizia municipale con funzione di presidio e di prevenzione. Si partirà con nove zone individuate come prioritarie: Stazione-San Lorenzo; Santa Croce-S Ambrogio; Piazza Tasso-Carmine; Piazza Puccini-San Jacopino; Parco e centro commerciale San Donato-Novoli; Brozzi-Piagge; Gioberti-Bellariva; Gavinana-Bandino; Isolotto. Ogni 15 giorni poi verrà riprogrammata la suddivisione del territorio e la presenza della polizia di prossimità su ogni zona.