Distanza sociale a 1,80 metri, mascherine, ambienti sanificati, mani lavate in più momenti dell’attività lavorativa. La nuova ordinanza firmata dal Presidente Enrico Rossi detta regole e comportamenti da adottare per ridurre il rischio di contagi, e chiede a Conte di fare presto. Per i negozi accessi regolamentati e scaglionati con percorsi diversi
Un vero e proprio decalogo di riapertura, per chi aprirà di nuovo e anche per chi invece non ha mai chiuso. La Regione si prepara alla ripresa delle attività commerciali che verrà decisa dal Governo con una nuova ordinanza, la numero 38, firmata dal presidente Enrico Rossi nella quale si fissano nuove regole e comportamenti da adottare, un patto di responsabilità per la sicurezza e la ripresa condiviso con datori di lavoro e parti sociali, e la richiesta attraverso una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di far presto per permettere al settore più vocato all’export di ripartire immediatamente ed evitare che l’economia toscana rischi una recessione da cui non si possa più risollevare.
Sono infatti tremila le imprese toscane che realizzano più di un quarto del fatturato sui mercati internazionali e valgono da sole un terzo del Pil regionale: in particolare nel settore della moda (dal tessile alla concia, dalla pelletteria alle calzature), nell’oreficeria ma anche nella meccanica, nella produzione di turbine o impianti e infine nella lavorazione dei minerali. Per una filiera che coinvolge 90 mila lavoratori e 25 mila impiegati. Ma ecco le misure e il piano di sicurezza anti contagio.
FABBRICHE E AZIENDE – La distanza sociale in fabbrica, nei laboratori artigianali e negli uffici dovrà essere di almeno metro e ottanta centimetri, come prescritto dall’Oms. Se questa distanza non potrà essere garantita, dovranno essere inseriti elementi di separazione tra le persone oppure usate mascherine FFP2 senza valvola (o due mascherine chirurgiche contemporaneamente) per chi lavora all’interno di uno stesso ambiente. Le mascherine chirurgiche saranno obbligatorie sempre e dovranno essere fornite dal datore di lavoro: negli spazi chiusi in presenza di più persone ma anche negli spazi aperti quando non è garantito il mantenimento della distanza personale.
Chi ha febbre od altri sintomi influenzali, suggestivi di Covid-19, dovrà rimanere a casa: il datore di lavoro potrà misurare la temperatura ai dipendenti all’ingresso oppure raccogliere una loro dichiarazione. Le mani andranno lavate in più momenti dell’attività lavorativa e non solo a inizio turno: per questo dovranno essere installati appositi dispencer. Gli ambienti dovranno essere sanificati almeno una volta al giorno pulendo con candeggina o prodotti simili porte, maniglie, tavoli e servizi igienici e annotando il tutto su appositi registri. Dovranno essere garantiti il ricambio di aria e la sanificazione periodica degli impianti di aerazione che altrimenti dovranno rimanere spenti. In mensa infine si dovrà osservare la distanza tra le persone e la sanificazione dei tavoli dopo ogni pasto.
TRASPORTI – Sui mezzi pubblici vigerà l’obbligo di guanti monouso e mascherine, oltre alla pulizia delle mani prima e dopo l’utilizzo. Si potranno utilizzare la bicicletta e mezzi elettrici. Nella propria macchina è raccomandata la mascherina se ci si trova con due persone a bordo.
NEGOZI – Gli accessi andranno regolamentati e scaglionati con percorsi diversi, se possibile, di entrata e uscita, pannelli di separazione tra lavoratori e clienti alle casse e sui banchi, ingressi per non più di una persona a famiglia (salvo bambini e persone non autosufficienti). Per tutti ci sarà l’obbligo di mascherine, guanti monouso o comunque pulizia delle mani. La distanza di un metro e ottanta centimetri tra le persone dovrà essere garantita anche nei mercati all’aperto.
Dovrà poi essere redatto dai datori di lavoro un protocollo di sicurezza anti contagio, da spedire alla Regione entro trenta giorni da oggi.