Nel report del Lamma venerdì 14 marzo a Firenze sono caduti 105 mm di pioggia. Il Governatore: “Questa emergenza ha mostrato che il sistema Arno ha funzionato, grazie a scolmatore e casse di espansione”
Arno stabile stamattina nel tratto fiorentino. Alle 9.35 i dati dei tre idrometri di Firenze-Uffizi indicavano un livello compreso tra i 2,25 e i 2,37 metri (il primo livello di guardia è a tre metri). La portata dell’acqua è di circa 510 metri cubi al secondo. Piogge assenti nelle ultime ore per quanto registrato dalla rete di monitoraggio. Gli esperti del Cfr prevedono “un generale miglioramento della situazione idraulica in tutti i bacini” e “possibili fenomeni di dissesto idrogeologico dovuti al permanere di una elevata saturazione del suolo”. In città sono in corso gli ultimi tre interventi di vuotatura e lavaggi stradali a Rovezzano e Ponte a Ema. Sono state programmate con il Consorzio di Bonifica le verifiche per delle piccole segnalazioni sul reticolo minore pervenute nella giornata di ieri.

In un report il Lamma sottolinea che “a Firenze Peretola nella sola giornata di venerdì 14 marzo sono stati registrati 105 millimetri di pioggia, più di quanto piove nell’intero mese di marzo; durante tutto il peggioramento (dal 12 al 14 marzo) ben 163 mm”. Le precipitazioni degli ultimi giorni sono arrivate dopo un bimestre gennaio-febbraio particolarmente piovoso che aveva reso il territorio saturo e quindi particolarmente vulnerabile. Sempre a Firenze Peretola “tra il 1° gennaio e il 15 marzo si sono registrati 411 mm che rappresentano il maggior cumulato mai osservato nel periodo in oggetto dal 1955”. Secondo il Lamma “l’evento alluvionale del 14 marzo 2025 è stato molto simile, come dinamica, a quello del 2 novembre 2023: due linee precipitative stazionarie legate a convergenze di venti nei bassi strati e accompagnate anche da attività temporalesca”.

Intanto il Governatore toscano Eugenio Giani ha firmato la richiesta di dichiarazione di stato di emergenza nazionale a seguito dell’ondata di maltempo che ha colpito nelle ultime 24 ore la Toscana e in particolare le province di Firenze e Pisa. “Stiamo affrontando, insieme agli enti locali, una situazione molto seria, con il grande impegno della nostra Protezione civile ed il prezioso supporto di quella Nazionale. Ma c’è una considerazione importante – ha detto Giani – che già ora possiamo fare e che riguarda il motivo di massima preoccupazione di questa emergenza: il sistema Arno ha funzionato, è questo l’elemento più significativo che possiamo mettere in risalto dopo ore e ore di intense precipitazioni che hanno colpito in modo particolare la Toscana centrale e il bacino dell’Arno. I lavori fatti in questi anni sull’Arno sono stati determinanti. La situazione problematica che si era venuta a creare nel basso corso dell’Arno è stata efficacemente fronteggiata grazie al riempimento della cassa di espansione di Roffia, 5 milioni di metri cubi di acqua, che ha immediatamente portato i benefici nel prevenire rischi di alluvione a Signa, Santa Croce, Montopoli e area del comprensorio del cuoio. Insieme a questo, fondamentale è stata, ieri alle 15.50, l’apertura dello scolmatore a Pontedera, che ha garantito un flusso costante di 500 metri cubi di acqua al secondo verso il mare bypassando Pisa. L’ondata di piena è arrivata quindi in città alleggerita e i possenti carichi d’acqua, pur arrivando a due metri dalle spallette, non hanno causato tracimazioni”.
“Sull’area fiorentina – ha proseguito – è indubbio il grande beneficio che la laminazione delle acque nelle aree di espansione di Pizziconi, Levane e Restone, anche se non del tutto completate, ha avuto sull’Arno, alleggerito alla confluenza con la Sieve, che ha potuto scaricarsi liberamente nel corso principale. Tutti i lavori propedeutici all’irregimentazione dell’Arno che sono in corso d’opera, comprese le 13 briglie, hanno alleggerito il carico e determinato una fluidità che ha evitato l’esondazione del grande fiume. E’ evidente che vi sono stati però molti danni in diversi comuni, determinati dai corsi idrici minori e anche dal principale affluente dell’Arno, la Sieve, che ha creato una sorta di propria cassa d’espansione nel tratto dal Ponte mediceo di Pontassieve fino a Dicomano, con danni ad abitazioni e imprese su cui stiamo già intervenendo, per liberare dal fango la popolazione. Problematica è ancora l’area dell’Empolese, in particolar modo a Ponzano. Numerose anche le frane nelle zone montane, che portano in questo momento a non avere un contatto diretto stradale con Marradi e Palazzuolo sul Senio per le frane sulla strada della Colla. A fronte di questa situazione vi è comunque una capacità di intervento molto forte della nostra Protezione civile, dei volontari, delle colonne mobili che stanno affluendo anche da altre regioni e quindi ognuno degli interventi puntuali sul territorio viene fronteggiato con efficienza, rapidità e capacità”.