I malviventi, di base in un B&B a Follonica, avevano costituito una banda specializzata. Le indagini dei Carabinieri partite da una denuncia presentata a Fiesole
Al momento dell’irruzione avvenuta a fine novembre in un B&B di Follonica scelto dalla banda come base operativa per i colpi da portare a termine in diverse città della Toscana (https://www.lamartinelladifirenze.it/dal-lazio-in-toscana-per-svaligiare-appartamenti/) i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Firenze avevano già recuperato una parte consistente della refurtiva asportata nelle case visitate fra cui anche un casco da motociclista autografato da Valentino Rossi. Ma i militari, sicuri della presenza di altri oggetti preziosi nella disponibilità dei malviventi, hanno deciso di approfondire gli accertamenti, riuscendo così, all’inizio del mese di gennaio, a rinvenire – a seguito di serrate indagini – sotterrati in alcune aree rurali del Comune di Follonica, ben 200 oggetti fra preziosi in oro e articoli di argenteria che, in questi giorni, sono stati restituiti alle vittime per un valore complessivo di circa 100mila euro.
Le indagini avevano avuto inizio ad ottobre 2024 a seguito di una denuncia di furto in abitazione a Fiesole ed erano culminate nell’esecuzione – alla fine di novembre scorso – di quattro fermi nei confronti di altrettanti uomini, di età compresa fra i 35 e 53 anni, che, ad oggi, sono accusati di aver formato un’associazione a delinquere specializzata in furti in abitazione. Sette gli episodi di furti messi a segno nei comuni di Impruneta, Bagno a Ripoli, Scandicci, Cerreto Guidi e Prato). I fermati, tutti italiani, erano stati bloccati dai militari all’interno di un Bed & Breakfast di Follonica e i Carabinieri erano riusciti, al momento dell’irruzione, a recuperare parte della refurtiva asportata dagli indagati e a sequestrare le vetture utilizzate dalla banda per spostarsi da una città all’altra, fra cui un SUV di grossa cilindrata. Dopo il pronunciamento dell’Autorità Giudiziaria di Grosseto, che aveva disposto la custodia nelle carceri di Sollicciano e Grosseto, la misura cautelare è stata rinnovata dal G.I.P. di Firenze e lo sviluppo delle successive indagini ha portato al rinvenimento della preziosa refurtiva restituita alle vittime.