La deflagrazione originata nell’area delle pensiline adibite al carico di carburante forse durante le fasi di caricamento. L’11 dicembre lutto regionale, mentre il comune della città Metro proclama due giorni di lutto cittadino
E’ di due morti, 27 feriti e tre dispersi il bilancio ancora provvisorio della tremenda esplosione avvenuta all’interno del deposito di carburanti Eni che questa mattina intorno alle 10.20 ha squarciato il cielo nella parte industriale di Calenzano. L’esplosione ha innescato un incendio che ha coinvolto parte del deposito nell’area destinata alle pensiline di carico ma non ha interessato per fortuna il parco serbatoi altrimenti le conseguenze avrebbero potuto essere ben più gravi. La Procura di Prato, competente per territorio, ha avviato un’inchiesta per accertare le cause del gravissimo incidente. Secondo quanto è stato possibile ricostruire fino a questo momento l’esplosione sarebbe avvenuta durante le fasi di carico del carburante all’interno di un’autocisterna.
La detonazione avrebbe poi innescato anche gli altri mezzi in sosta. Il boato, cupo e potentissimo, è stato avvertito a Firenze e in parte della città metropolitana. Una nuvola di fumo, visibile a molti metri di distanza si è poi levata nella zona che ricade nella vicinanza delle abitazioni. Grande paura tra la gente con centinaia di telefonate ai vigili del fuoco. Sul posto sono arrivati immediatamente Vigili del Fuoco, 118, forze dell’ordine e la Protezione Civile tutte impegnate sul campo senza sosta. Dopo la deflagrazione alla raffineria di Calenzano è arrivato il Procuratore di Prato Luca Tescaroli per rendersi conto della gravissima situazione e ha coordinato fin da subito, con la massima rapidità, indagini e sopralluoghi.
Sei persone sono ricoverate a Careggi, di cui quattro in osservazione breve intensiva. Molto gravi le condizioni di un paziente a Pisa. Altri due sono ricoverati sempre a Pisa, altri tre sono stabili in osservazione all’ospedale di Prato. Una delle due vittime accertate si chiamava Vincenzo Martinelli, 63 anni, di Napoli, era il conducente di un’autobotte rimasta coinvolta nell’esplosione. Mancano all’appello anche un operaio d Novara, 49 anni, uno di Catania, 57 anni, uno nato in Germania ma residente in Italia, 45 anni, e un operaio di Matera, 45 anni.
Il deposito ha una grandezza di 170.300 metri quadrati ed è importantissimo per la rete italiana dei carburanti. Tecnicamente è Calenzano, ma al confine con Campi Bisenzio e Prato e a due passi da Sesto Fiorentino. Un insediamento situato nelle immediate vicinanze di infrastrutture fondamentali per la viabilità: ferrovia da una parte, Autostrada A1 e A11 dall’altra, aeroporto Vespucci a poco più di 5 km. Il Casello di Calenzano sull’A1 è stato immediatamente chiuso e riaperto intorno alle 13. La Circolazione dei treni sulla Firenze-Bologna e sulla Firenze-Prato è stata subito interrotta per poi riprendere intorno alle 15 dopo un intervento dei Vigili del Fuoco
Tantissimi messaggi di cordoglio e di solidarietà per la tragedia avvenuta questa mattina. In particolare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato al Governatore toscano Eugenio Giani per rappresentargli la sua vicinanza alle vittime e ai feriti. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, segue con apprensione le conseguenze dell’incendio che si è sviluppato nello stabilimento Eni ed esprime il più sentito cordoglio per le vittime, la vicinanza ai feriti e alle famiglie colpite e il ringraziamento a quanti si stanno prodigando nei soccorsi. Mercoledì 11 dicembre sarà giornata di lutto regionale. Due giorni di lutto cittadino sono stati invece proclamati dal sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani. Cgil Firenze, Cisl Firenze Prato e Uil di Firenze sempre per mercoledì 11 dicembre hanno proclamato uno sciopero generale provinciale di 4 ore con una manifestazione che si terrà a Calenzano a partire dalle 14.30. I sindacati esprimono “dolore per la tragedia, cordoglio per le vittime, vicinanza ai feriti e ai familiari, gratitudine verso i soccorritori, oltre a tanta rabbia” per “l’ennesima tragedia sul lavoro con dimensioni e risvolti ancora da capire su vari fronti”. Quanto successo “è inaccettabile, attendiamo il lavoro degli inquirenti per fare luce”. Senza sicurezza non c’è lavoro, non c’è dignità, non c’è vita”.