Riguarderanno la messa in sicurezza sismica e vari altri interventi di riqualificazione e consolidamento. Sarà un cantiere aperto con possibilità di vedere i lavori mentre si stanno svolgendo
Messa in sicurezza sismica, consolidamento della copertura, riparazione di lesioni sulle murature e rinforzo dei pilastri della cripta, restauro dei preziosi marmi policromi della facciata. San Miniato al Monte si prepara a un’operazione di rinnovamento e riqualificazione strutturale i cui lavori hanno preso il via già ad ottobre con il restauro della facciata. L’intero progetto di riqualificazione e le opere che interessano la Basilica e il campanile sono stati presentati oggi, lunedì 2 dicembre, nel corso di un evento aperto al pubblico a cui hanno partecipato fra gli altri l’Abate di San Miniato al Monte, Padre Abate Bernardo Francesco Gianni OSB, il Direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme, la Soprintendente Antonella Ranaldi oltre alla Sindaca di Firenze Sara Funaro, ai progettisti e ad autorità civili e militari. L’intervento, promosso dall’Agenzia del Demanio in collaborazione con la Soprintendenza e finanziato con oltre 3,6 milioni di fondi Pnrr del Ministero della Cultura, durerà meno di un anno e si concluderà entro l’estate 2025.
“L’intervento strutturale antisismico sull’Abbazia di San Miniato, volto alla salvaguardia dei suoi elementi architettonici e decorativi di grande valore storico e artistico, preserverà la continuità della sua vita nella città – spiega Dal Verme – L’Agenzia del Demanio è impegnata a valorizzare il patrimonio immobiliare dello Stato, con particolare attenzione alla qualità, alle tecniche innovative e ai tempi di esecuzione, per restituire ai cittadini i loro beni carichi di storia, di bellezza e anche di profondi significati identitari e spirituali. L’uso di tecnologie avanzate è un elemento di innovazione ancor più importante su un bene storico artistico”.
Sarà un modello di “cantiere aperto”, trasparente e accessibile. La facciata resterà visibile grazie alle coperture trasparenti sui ponteggi, l’installazione di cartelli informativi lungo il perimetro del cantiere consentirà ai visitatori di ottenere indicazioni e dati sulla storia di uno dei più celebri monumenti di Firenze e sugli interventi in corso. Nel frattempo la Basilica rimarrà aperta a fedeli, visitatori e turisti, e potrà essere visitata con percorsi guidati per assistere alle fasi di recupero e osservare da vicino il restauro dell’aquila di rame dorato, che sarà trasferita dalla cima della basilica al suo interno, protetta in un laboratorio trasparente. Le prime due visite sono già in programma il 12 gennaio e il 18 febbraio. Per rendere poi l’esperienza più immersiva e suggestiva, saranno realizzate installazioni di video mapping, utilizzando i teli dei ponteggi sulla facciata per proiezioni e spettacoli di luce. Tramite il sito www.sanminiatocantiereaperto.it, si potrà seguire l’avanzamento dei lavori, consultare pubblicazioni scientifiche, approfondire le tecniche di recupero, prenotare visite guidate e gratuite per salire anche sui ponteggi e assistere alle attività dei restauratori.
“Da parte nostra – aggiunge Padre Bernardo Gianni – c’è solo gioia ad accogliere questo cantiere. La speranza che è certezza, è di un lavoro in piena sicurezza per i lavoratori e i restauratori e anche questo esperimento di fruibilità della chiesa nonostante i lavori in corso è un approccio importante che in un monastero benedettino fa molta suggestione. L’impalcatura fa un po’ da filtro tra noi e la città ma quando soffia tramontana, nel chiostro rimbomba un sibilo molto suggestivo che ci piace immaginare essere la voce dello spirito che ci tiene vicini a tutti nonostante le impalcature”.
Il delicato intervento di restauro rappresenta anche una grande occasione di divulgazione e conoscenza. Se fino a oggi la storia di San Miniato è stata ricostruita principalmente attraverso ricerche documentali e fonti storiche, ora è possibile analizzare i materiali, verificare le tecnologie utilizzate per la sua conservazione nel corso dei secoli, approfondire origini e vicende che hanno interessato l’edificio. Una conoscenza arricchita grazie all’uso di modelli digitali che permetteranno di monitorare lo stato delle strutture attraverso sensori capaci di rilevare micromovimenti. “San Miniato – aggiunge Ranaldi – è uno dei gioielli più preziosi e più amati di Firenze, un monumento ‘intoccabile’. L’intervento mira alla messa in sicurezza da realizzarsi secondo il principio del ‘minimo intervento’, con interventi puntuali e diffusi, programmati sulla base di un quadro conoscitivo approfondito delle vulnerabilità”.