Dopo il successo di “Attraverso”, l’artista toscano torna a Firenze con un’opera raffigurante l’innocenza nel volto di un bambino
Dopo il successo di “Attraverso”, la mostra con opere monumentali di Antonio Signorini che il Comune di Firenze ha ospitato nel centro storico nel 2022, l’artista toscano torna a Firenze con una donazione importante alla città: l’opera Luce, raffigurante il volto di un bambino, dunque l’innocenza, realizzata in bronzo dorato e foglia d’oro e realizzata appositamente per la città di Firenze.
“Un’opera che raffigura l’infanzia, la purezza, la speranza. Lo sguardo rivolto al futuro. E questo – spiega la sindaca Sara Funaro – dimostra come Palazzo Vecchio possa accompagnare, attraverso l’arte i fiorentini che vengono a visitare il Palazzo, le persone che ci lavorano ed i turisti. Ringrazio Antonio Signorini che ha donato l’opera. Il percorso iniziato con l’artista è partito da lontano, prima con le osposizioni in piazza Strozzi, oggi a Palazzo Vecchio con un’opera che rappresenta la luce, i bambini e lo sguardo verso il futuro. Un significato simbolico importante”.
Signorini è conosciuto per le sue sculture sottili e ieratiche, maestose e sacrali, poste costantemente a confronto con identità e spazi dai quali far scaturire un dialogo sempre nuovo, ricco di suggestioni estetiche e culturali. Questo è accaduto anche ad ampie latitudini, da Miami in Florida a città fortemente evocative come Dubai negli Emirati Arabi, Riyad in Arabia Saudita, Beirut in Libano e Istanbul in Turchia, che compongono la geografia, anche culturale del Medio Oriente, storicamente caratterizzato da un ampio, quanto imprescindibile, patrimonio culturale nella storia delle civiltà, di cui è la culla. Dall’incontro con la cultura rinascimentale e antica di Firenze nasce da oggi un confronto straordinario tra la scultura dell’artista e uno tra i più importanti patrimoni storico-artistici al mondo.
“Esporre perennemente una mia opera all’interno di Palazzo Vecchio va oltre ogni sogno che avrei potuto immaginare quando ho intrapreso il difficile cammino della scultura. Sin da bambino, visitando questa piazza, mi emozionavo profondamente pensando agli uomini che avevano arricchito con le loro opere questa meravigliosa città. Firenze, culla dell’arte, esempio per la scultura, pittura e l’architettura, patria dei più grandi uomini d’ingegno, è una città unica al mondo”, dichiara Antonio Signorini.
“Luce” raffigura il volto di un bambino, dunque l’innocenza, è una figura il cui sguardo – rappresentato dall’artista come uno spazio interno e interiore su cui è collocata simbolicamente una foglia d’oro – è pura luce e richiama l’ingenuità, l’apertura e la fiducia nel futuro, in quella proiezione temporale che appartiene all’uomo e soprattutto al bambino. “Luce” invita a mantenere viva la capacità di guardare al mondo con stupore e speranza. Antonio Signorini vive e lavora tra Firenze, Londra e Dubai. Le sue opere sono il risultato della sua continua e appassionata ricerca nella storia delle antiche civiltà, alle radici dell’uomo e agli albori della società con i suoi riti e i suoi culti, con la nascita del pensiero e della fede, e con lo sviluppo delle capacità intellettive dell’uomo che caratterizzarono la formazione della società primitiva e l’evoluzione antropologica. Un viaggio estetico composto dagli stilemi figurativi tipici di Signorini, che in taluni casi riconducono alla straordinaria suggestione di opere quali l’Ombra della sera, emblematico capolavoro etrusco del Museo Guarnacci di Volterra, o alla fragilità di alcune figure filiformi di Giacometti che rievocano, anch’esse, le forme dei bronzetti preistorici.
“Antonio Signorini sta facendo un percorso con la città. Le opere di questo artista – conclude l’assessore alla cultura Giovanni Bettarini – hanno abitato e percorso degli spazi cittadini. In questi anni Firenze si è messa in rapporto con la contemporaneità. È impegnativo, è sfidante. È sempre difficile perché Firenze ha una storia che ha parlato e parla al mondo ma, proprio per questo, pensiamo sia importante accettare la sfida del tempo presente: far parlare i temi della città con quelli del presente, con quelli dell’infanzia, con quelli della contemporaneità, con la luce e con la voglia di futuro e di arte”.