Depositato il ricorso. Secondo la società Viola il ridimensionamento della capienza per i lavori causerebbe un mancato ricavo di 9-13 milioni. Illecito subappalto e frode i reati contestati alla Cobar dal Gip di Salerno
La Fiorentina ha depositato telematicamente in tribunale un ricorso cautelare d’urgenza per chiedere di fermare i lavori di ristrutturazione dello stadio Franchi. Le motivazioni sono quelle note, già spiegate dal direttore generale del club, Alessandro Ferrari, sia in occasione della conferenza stampa di fine stagione, sia l’11 giugno durante l’audizione in Senato in Commissione cultura, istruzione e sport. Per la società gigliata i lavori allo stadio causerebbero danni economici. La prossima stagione la curva Fiesole (assieme a parte della Maratona e della Tribuna) non sarà accessibile al pubblico, facendo scendere la capienza a 22 mila spettatori. Questo ridimensionamento, secondo le stime fatte dalla società Viola, comporterebbe per la stagione 2024-25 “mancati ricavi stimati in 9-13 milioni di euro”.
Inoltre la convenzione rinnovata a fine aprile scorso scadrà il 31 maggio 2025 e dopo quella data, a oggi, non si sa dove giocherà la squadra viola; se sarà possibile proseguire alla ristrutturazione con la Fiorentina che rimane a giocare nel suo storico impianto, o se dovrà essere individuato uno stadio alternativo: fra le ipotesi c’è l’adeguamento, a spese del Comune, del campo Padovani di rugby per portarlo almeno a una capienza di 18mila posti mino per poter disputare le gare di serie A di calcio. Infine l’intervento di ammodernamento che ad oggi non è coperto dai finanziamenti con tutte le incognite che ciò comporterebbe.
Come se non bastasse nella vicenda Franchi si è inserito anche il Giudice per le indagini preliminari di Salerno che ha interdetto per un anno la Cobar (Costruzioni Barozzi spa), società barese capofila del raggruppamento temporaneo che con la Sac di Roma si è aggiudicata l’appalto per i lavori al Franchi, con divieto di contrattare con la pubblica amministrazione. La misura cautelare risalirebbe alla fine di maggio e sarebbe stata decisa nell’ambito dell’inchiesta sui lavori di appalto per la nuova Cittadella della Giustizia di Salerno in cui i pm ipotizzano le accuse di illecito subappalto, frode in pubbliche forniture nei confronti di cinque persone tra cui Vito Matteo Barozzi, 66 anni, legale rappresentante della Cobar.
Da Palazzo Vecchio una nota stringatissima spiega che il Comune non ha intenzione di prendere provvedimenti di autotutela, poiché “Trattandosi per il Franchi di appalto con lavori in corso e già contrattualizzato ed essendo una “misura cautelare” non si riscontrano motivi ad oggi per sospendere o rallentare i lavori, tenendo anche conto che è stata avanzata dalla ditta richiesta di riesame e che sarà discussa a breve”.