Mano tesa al Pd dell’ex sindaco di Bagno a Ripoli recordman di preferenze per i renziani a Palazzo Vecchio, mentre Del Re (Firenze Democratica): “Discontinuità col passato o noi saremo all’opposizione”
“Ultimatum a Saccardi? Comprendo tutto, comprendo la politica. Ma la coalizione in Regione è una cosa, costruire un’alleanza a Firenze che porti alla vittoria al ballottaggio un’altra e, soprattutto, oggi abbiamo in ballo una priorità: costruire il futuro della città. Per come la vedo io serve aprire un ragionamento e una discussione sull’idea di città e non un dibattito a colpi di comunicati o di ultimatum che peraltro non sarebbero neppure capiti dai cittadini”.
Parola di Francesco Casini, ex sindaco di Italia Viva a Bagno a Ripoli e recordman man di preferenze per i renziani alle amministrative di domenica e lunedì scorsi che lo hanno visto entrare prepotentemente in Consiglio comunale a Firenze dall’alto delle sue 1.500 preferenze. Un messaggio netto, che serve forse anche a chiarire i rapporti di forza anche all’interno di Iv dato il silenzio fino a questo momento della candidata sindaca Stefania Saccardi alla quale verrebbe in qualche modo imputato l’insuccesso della lista Al Centro con Stefania, anche se va detto che il fondatore Matteo Renzi nelle ultime giornate convulse di campagna elettorale ci ha messo del suo attaccando a testa bassa e in maniera molte volte scomposta la giunta Nardella dopo essersene all’inizio quasi disinteressato e ottenendo in questo modo l’effetto esattamente contrario.
Casini in questo modo ha voluto rispondere al Governatore toscano Eugenio Giani che ha chiesto espressamente alla sua vice di schierarsi velocemente e chiaramente a favore di Sara Funaro e volendo anche al Pd che forte del 43,1% riportato al primo turno aveva dichiarato di non voler costituire nessun tipo di apparentamento e di voler continuare la corsa verso Palazzo vecchio da soli. «Ai toscani non interessa il dibattito troppo “partiticizzato”, i voleri del singolo partito. Si vota per un’idea forte di centrosinistra e quindi dobbiamo essere il più possibile uniti – aveva detto Giani -. Mi aspetto, ma lo dico con grande serenità, che Stefania Saccardi dia il prima possibile un’indicazione chiara di voto per Sara Funaro. Io non entro nella dialettica fra le forze politiche e per le alleanze però voglio che Sara Funaro sia sostenuta esplicitamente dalle forze politiche che mi sostengono e in particolar modo dalla mia vicepresidente. San Giovanni non vuole inganni”, come ricordava anche Piero Bargellini, il nonno di Sara, e rimaniamo a Firenze per votare e dimostrare che il centrosinistra è vincente».
Casini però continua il suo ragionamento: “Se si vuole essere amministratori lungimiranti – spiega – occorre mettere sul tavolo oggi le premesse e le condizioni per governare le sfide dei prossimi anni: sfide complesse come affrontare i tagli di bilancio ai Comuni, le grandi opere come aeroporto o Alta velocità, lo stadio di Firenze dove occorre rintracciare 100 milioni e recuperare il rapporto con la Fiorentina, vincere la sfida di una mobilità e dei trasporti più efficiente, lavorare per rendere Firenze una città più sicura e con più decoro. Per questo uscirei dalla matematica e rientrerei nella politica più alta e mi porrei, fossi nei candidati al ballottaggio, anche il tema di come ritrovare sintonia degli elettori che non ti hanno votato al primo turno, aprendo un ragionamento ad altri schieramenti. L’astensionismo può giocare un ruolo chiave e tanti andranno convinti per una scelta. Entrambi i candidati sono molto lontani dal 50% al primo turno. Ci piace anche la matematica ma oggi siamo disponibilissimi a parlare di Firenze e di politica”.
Detto di Italia Viva resta da capire cosa farà Cecilia Del Re e la sua Firenze Democratica. Per il momento l’ex assessore all’urbanistica non molla e ribadisce che se non ci sarà discontinuità, cioè un cambio di rotta di Funaro e del Pd, non darà nessun appoggio alla candidata del centrosinistra e continuerà a fare opposizione. Pensionamento di Invest in Florence, un piano casa, lo stop alla vendita di tutti gli immobili pubblici, un piano del verde, più potere ai quartieri e la modifica della norma sugli studentati le questioni sul tavolo. «A noi sottolinea – interessa far politica restando sui temi, ci interessa Firenze e non le poltrone. Se su questi temi avremo garanzie di discontinuità potremo fare un appello al voto a chi ci ha dato fiducia. Se invece il Pd dovesse decidere di continuare a puntare solo a conservare il potere, allora noi escluderemo qualsiasi endorsement. E restando in ogni caso all’opposizione di chiunque vinca al ballottaggio”.