Funaro non va all’incontro promosso dal Coordinamento dei Comitati residenti e dalla Fondazione Caponnetto: al suo posto Albanese fortemente criticata. Schmidt propone la cancellata per proteggere la Basilica
Il confronto tra i candidati sindaco sul tema della sicurezza, organizzato dal Coordinamento Comitati Sicurezza e dalla Fondazione Caponnetto, si trasforma in una durissima contestazione contro il Pd e l’attuale Giunta che sostanzialmente riprende quella consumatasi qualche sera fa nell’Auditorium del Palacongressi nel dibattito organizzato questa volta da la Nazione. Scena, la sala capitolare della Basilica di Santo Spirito presente il superiore degli Agostiniani Padre Giuseppe Pagano che da anni si batte contro il degrado nella piazza.
Tutti presenti meno Sara Funaro, che sentendo aria di una possibile “rivolta” ha pensato bene di non farsi vedere mandando al suo posto l’assessore alla sicurezza (nonché candidata al Consiglio Comunale) Benedetta Albanese che al termine del suo intervento incentrato sui soliti temi cari a Palazzo Vecchio (nuovi agenti dal Governo, assunzioni di 200 vigili, uso diverso delle telecamere di videosorveglianza, rafforzare gli educatori di strada per i minori non accompagnati ). E proprio Albanese stata duramente affrontata da un residente: “Lei è assessore alla Sicurezza, con che coraggio viene qui a parlare del futuro di Firenze con tutti i danni che avete fatto finora?». Risposta secca di Albanese: «Il coraggio me lo dà l’ordinamento democratico — è stata la risposta di Albanese — In un Paese democratico chi ritiene di aver qualcosa da dire ha il diritto di presentarsi di fronte all’elettorato, che il giorno del voto deciderà chi deve governare». Un attimo dopo i fischi di disapprovazione da tutta la sala.
Per il resto l’incontro è filato via senza troppe sorprese anche perché il tema è stato sviscerato un po’ in tutte le occasioni da tutti i candidati a testimonianza che il problema esiste, è reale, concreto e non è soltanto un’astrazione o una costruzione giornalistica. Così Eike Schmidt (centrodestra) oltre a proporre di fermare lo spaccio punendo anche i consumatori lancia l’idea di istituire il vigile “non di Quartiere ma di rione in tutti i rioni di Firenze”, un “osservatorio permanente sulla sicurezza” e – tema tanto caro ai residenti – di realizzare “una cancellata di notte che sparisce di giorno” per proteggere la Basilica dalla malamovida. Francesca Marrazza (RiBella Firenze) sottolinea come tutti ora parlano di sicurezza quando «per anni si è detto che c’erano percezioni. Chiunque di noi abbia provato a tirare fuori il problema è stato zittito sulle istituzioni e nei social». «Santa Maria Novella è il nostro biglietto da visita, basta vedere lì» le ha fatto eco Lorenzo Masi del M5S. Secondo Dmitrij Palagi (SPC) “l punto da cui partire sulla questione della sicurezza è quello del sociale, almeno per il Comune. Scegliere di trattare la questione solo come ordine pubblico è un modo per non assumersi le responsabilità. Quando i cittadini hanno un problema, o la politica è capace di costruire una risposta, o è inutile”.
Per Cecilia Del Re (Firenze Democratica) bisogna «investire sulla sicurezza sociale e sul disagio giovanile, puntando sull’integrazione dei minori stranieri non accompagnati», Stefania Saccardi (Iv) ha aperto al coinvolgimento dei cittadini in una cabina di regia sulla sicurezza in Prefettura. Andrea Asciuti (Firenze Vera) propone di tornare “a punire il consumatore per punire lo spacciatore. L’ unico strumento efficace a livello comunale è il Daspo”, mentre Francesco Zini (Firenze Cambia) sottolinea che “I ragazzi si sono abituati a girare con il coltello in tasca perché non si sentono sicuri perché è una città dove regna la legge del più forte”. Alessandro De Giuli (Firenze Rinasce) infine: “Manca il vigile di quartiere, che di fatto non sono mai stati creati, e non si dà loro la autonomia di intervenire”.