Lo scrittore fiorentino torna a raccontare una storia di spionaggio ambientata durante il secondo conflitto mondiale dove tutto ruota intorno ad un principio della fisica quantistica: l’entanglement
Abbiamo imparato a conoscerlo con l’Oro degli Ebrei, il suo secondo romanzo incentrato sui sopravvissuti all’Olocausto nel quale quattro giovani ebrei cercano di ritrovare l’oro che i nazisti avevano estorto ai deportati e depositato in alcune banche svizzere. E prima ancora ne “La variabile nascosta” dove tutto ruotava attorno a Werner Karl Heisenberg, Premio Nobel considerato uno dei principali artefici della meccanica quantistica, romanzo d’esordio ben accolto sia dalla critica che dal pubblico e vincitore del Premio letterario ‘Un Mare di Libri‘, consegnato dalla scrittrice Dacia Maraini. Perché il periodo legato alla seconda guerra mondiale nei suoi libri è un elemento importante quasi imprescindibile. Gianfranco Manes, fiorentino, dal 1985 al 2015 professore ordinario di Elettronica nelle Università di Firenze e di Perugia, è tornato da poco in libreria con il suo terzo romanzo “Intreccio Mortale” sempre per Diarkos editore. E torna anche la combinazione tra spionaggio e fisica quantistica a lui particolarmente cara.
La storia di Intreccio mortale inizia nel 1943 e si snoda fra la Svezia, l’Inghilterra e la Germania nazista. La vicenda si svolge principalmente a Stoccolma di cui Manes ci fa rivivere l’atmosfera fatta di lusso apparente (cosa farebbe una persona per un paio di calze o per un pranzo completo?), e di personaggi che non sono ciò che sembrano. “Stoccolma è un grande palcoscenico su cui tutti recitano un ruolo – racconta l’autore attraverso un personaggio – una città dove nessuno si fida di nessuno”. Un luogo che è il ritrovo di spie naziste e alleate che cercano di carpire segreti e mosse degli avversari.
La guerra raccontata dallo scrittore fiorentino riecheggia fatti bellici, bombardamenti e campi di battaglia ma evidenzia il ruolo dei protagonisti che si confrontano in una serie di mosse e contromosse affrontando rischi mortali. Tutto inizia nella primavera del 1943 quando in un misterioso incidente stradale muore un uomo apparentemente normale ma che in realtà è un collaboratore di uno scienziato svedese filonazista. Da qui parte la corsa contro il tempo per tentare di fermare la follia di Adolf Hitler che porta da una parte allo scontro fra servizi segreti e dall’altra alla scoperta di un fenomeno fisico per il momento inspiegabile – l’entanglement – grazie agli esperimenti di questo scienziato che collabora con i tedeschi con il fine di realizzare un codice cifrato inviolabile, una minaccia mortale per gli Alleati. La morte del giovane individuo nelle prime pagine del libro condurrà poi al ritrovamento di una strana foto, fortunatamente finita nelle mani dei servizi segreti britannici, che svelerà alcune iniziative del nemico. La chiave per risolvere l’enigma è naturalmente nascosta sull’entanglement, o intreccio, un fenomeno che fin dal 1932 ha fatto discutere scienziati e due Premi Nobel del calibro di Albert Einstein, che mostrava tutto il suo scetticismo sulla questione, e Niels Bohr che invece credeva nella sua esistenza.
Fil rouge di “Intreccio Mortale”, come delle altre due prove letterarie, è la narrazione storica basata su alcuni fatti realmente accaduti e sostenuti da un’approfondita documentazione da una parte, dall’altra il mix fra personaggi esistiti, come Heinrich Himmler e Wiston Churchill, e quelli di fantasia. Manes mette in scena una spy story intrigante e interessante, piena di colpi di scena, uccisioni efferate, amori e ossessioni che lasciano il lettore senza fiato fino alla fine.
Intreccio Mortale, di Gianfranco Manes, Casa Editrice Diarkos, Pagg. 444 – Euro 19. Disponibile in libreria e sui principali web store.