Secondo i presentatori del ricorso il nuovo piano operativo comunale annullerebbe la delibera che vieta di destinare a questo uso nuovi immobili nell’area Unesco. Dardano (Iv): “Così il comune evita ripercussioni sul voto”
Sulla delibera anti affitti turistici brevi, il Tar della Toscana sceglie di non decidere e di rinviare il tutto a dopo l’udienza di merito che a questo punto dovrebbe tenersi nelle prossime settimane, magari a ridosso con l’importante appuntamento elettorale rappresentato dalle elezioni Europee e soprattutto da quelle amministrative che dovranno dare a Firenze un nuovo sindaco e un nuovo consiglio comunale.
La delibera, che prevede il divieto di destinare a tale scopo nuovi immobili nell’area Unesco del centro storico della città è del 2 ottobre: in Consiglio comunale passò con i voti favorevoli di Pd e Lista Nardella e quello contrario di Iv, che fa parte della maggioranza. Favorevoli anche Sinistra Progetto Comune, gruppo misto e il capogruppo del M5s Roberto De Blasi. Contrario, il centrodestra e il gruppo Centro. Dopo poco tempo, come era ampiamente previsto ma Nardella comunque decise di andare avanti, scattarono i ricorsi. Secondo Codacons, Confedilizia, Apartments Florence insieme a Property Managers Italia e altre persone fisiche, la norma approvata avrebbe violato i diritti di proprietari e gestori. Poi il consiglio comunale approvò il Piano operativo che stralciò proprio questa parte ma Palazzo Vecchio successivamente ribadì attraverso un comunicato che la variante era comunque attiva.
Cercando di essere più chiari possibile, per gli avvocati del Comune la norma resta comunque in vigore e “andrà integrata anche a seguito del nuovo piano varato dalla Regione”. I legali ricorrenti invece sostengono che il nuovo Piano operativo, recentemente approvato, avendo stralciato detta previsione, ha generato di fatto la cessazione del tutto. Da qui la decisione del Tribunale amministrativo regionale di rinviare.
Durissime le reazioni sia da parte delle associazioni che hanno proposto il ricorso che dalla politica: per Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers e ceo di Apartments Florence, azienda che gestisce più di 500 appartamenti sul territorio fiorentino “Quel che è già chiaro è che con questa norma il sindaco Nardella ha fatto solamente campagna elettorale, danneggiando tanti fiorentini non solo imprenditori ma anche cittadini che hanno la sola ‘colpa’ di avere una seconda casa, magari lascito di un nonno o di un altro parente. Senza contare che tanti hanno dovuto vendere negli ultimi 10 mesi perché in assenza di Codice identificativo regionale il loro immobile sarebbe stato valutato molto meno degli altri”. Per Mimma Dardano, capogruppo di Italia Viva: “L’attesa continua, anche se la sorte sembra segnata. Quanto basta almeno per ora all’amministrazione Nardella per evitare una pioggia di critiche che potrebbe avere ripercussioni sul voto di giugno. Ma davvero ci si aggrappa a un filo. Come Italia Viva avevamo subito contestato il provvedimento che continuiamo a giudicare sbagliato nei modi e nei contenuti”.