Alla Pergola Mariano Rigillo è lo splendido protagonista di Ezra in Gabbia. Chiara Francini ripropone al Carlo Monni “Coppia aperta quasi spalancata”, al Goldoni la trasposizione del romanzo “La merce più preziosa”
C’è tempo ancora fino al 29 ottobre per ammirare Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini protagonisti di Ezra in gabbia o il caso Ezra Pound, liberamente tratto dagli scritti e dalle dichiarazioni di Ezra Pound che inaugura la stagione teatrale della Pergola. Uno spettacolo scritto e diretto da Leonardo Petrillo sull’indipendenza del pensiero, sulle ossessioni del poeta e dell’uomo Pound: per la giustizia, per la libertà, per l’usura, che corrode il mondo.
Il pubblico è accolto sul palcoscenico, dove è presente una gabbia. Quella in cui fu rinchiuso Ezra Pound, 60enne, nel campo di prigionia dell’esercito americano di Metàto, presso Pisa (Disciplinary Training Center of the Mediterranean Theater of Operations). Pound ci rimase per 25 giorni, nell’estate del 1945, giorno e notte. Con quella gabbia iniziarono 12 anni e 11 mesi di reclusione in un manicomio criminale per uno tra i poeti più influenti del XX secolo. Fu liberato nel 1958. Da allora il silenzio ha accompagnato i suoi ultimi anni di vita. Ora, dopo 65 anni, ritorna, questa volta sul palcoscenico, per chiedere che siano gli spettatori a giudicarlo. Mariano Rigillo è l’attore ideale per interpretare Ezra Pound, con la sua gestualità, la ricerca del silenzio, la parola in idea. Anna Teresa Rossini evoca il pensiero e i Cantos del poeta/profeta, rendendo bello il difficile. A ragione della memoria.
Ironica quanto basta e sensuale quando vuole, un vulcano di carisma e vitalità: Chiara Francini, attrice campigiana da anni alla ribalta sui più importanti palchi italiani, è la protagonista, insieme all’attore Alessandro Federico, di un evento speciale che anticipa “Come l’airone”, nuova stagione di prosa al Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio, Firenze (piazza Dante 23). Appuntamento stasera giovedì 26 ottobre ore 21.00 con “Coppia aperta, quasi spalancata”, capolavoro di Dario Fo e Franca Rame inuna produzione Infinito srl e Tieffe Teatro con la regia di Alessandro Tedeschi: in scena le evoluzioni di un matrimonio borghese alla luce delle riforme degli anni 70, le trasformazioni sociali e politiche e l’ironia di una delle coppie d’arte più luminose del teatro italiano per una riflessione sempre attualissima (ultimi posti disponibili).
Sempre stasera, giovedì 26 ottobre alle 21 al teatro Puccini Lo Stanzone delle Apparizioni presenta IL CORPO – primo studio: da un’idea di RICCARDO NENCINI, di e con ANNA MEACCI, DANIELA MOROZZI, CHIARA RIONDINO, regia di Matteo Marsan. Fra pochi mesi, cento anni fa, Giacomo Matteotti venne rapito e ucciso per aver lottato, con coraggio e coerenza, contro Mussolini e il fascismo. Un uomo, non un eroe. Giocava coi figli, imprecava, amava. Una tragedia sotto gli occhi del mondo. Al suo fianco la moglie, Velia. Una storia di uomini, vincitori e vinti, e di donne che accarezzarono le pene dell’anima dei protagonisti di una stagione decisiva per il futuro d’Italia. Velia, Anna, Julka, Margherita: quattro donne che hanno legato il proprio destino ai loro uomini… Matteotti, Turati, Gramsci e Mussolini. Dentro la Storia con la esse maiuscola, prendono forma le scelte di ciascuna di loro. Nel periodo che segnerà il passaggio alla dittatura fascista, in cui si consuma il sequestro, l’omicidio e infine il ritrovamento del “corpo” di Giacomo Matteotti, le vediamo agire, pensare, sentire, assumere la responsabilità delle proprie scelte. Biglietti: posto unico numerato € 5,00, (esclusi diritti di prevendita).
Una fiaba splendida e terribile che racconta l’orrore della Shoah. “La merce più preziosa” è lo spettacolo che Il Teatro delle Donne presenta in anteprima, sabato 28 e domenica 29 ottobre (ore 20,30) al Teatro Goldoni di Firenze, per AvampostiTeatro Festival 2023. Tratto dal romanzo di uno dei maggiori scrittori e drammaturghi francesi, Jean Claude Grumberg, “La merce più preziosa” va in scena nella versione italiana curata da Claudia Della Seta, sul palco con Sofia Diaz e Antonio Fazzini. “C’erano una volta, in un gran bosco, un povero taglialegna e una povera taglialegna”.
Così comincia questa storia meravigliosa, narrata a tre: il taglialegna, la taglialegna e la madre di una bimba gettata da un treno merci che corre per l’Europa senza fermarsi mai. Le merci sono donne, uomini, anziani, bambini, ebrei. Il gesto d’amore e di disperazione verrà fatto per tentare di salvare almeno una dei due gemelli destinati a diventare polvere nel vento. Quel treno che percorre il tratto Pithiviers-Drancy. In ogni stazione, le persone decedute vengono scaricate. Questa è storia. Però esiste anche la favola. La taglialegna, troppo vecchia per avere figli, lo crede un miracolo del “Dio dei treni” perché le è stato donato da una mano che esce dal lucernario del treno del bosco, caduto sulla neve, avvolto in un meraviglioso scialle d’oro e d’argento, che lei crede tessuto dalle fate. Si tratta di un tallit, uno scialle di preghiera degli ebrei, o dei “senza-cuore” come vengono chiamati da quelle parti.