La gigantesca opera in bronzo dell’artista polacco ma naturalizzato francese ha trovato la sua collocazione definitiva nel Prato dei Castagni al Giardino di Boboli
E così, ventiquattro anni dopo la grande mostra di Igor Mitoraj a Firenze (Boboli e Museo archeologico), viene ratificata la donazione dell’artista dell’enorme volto screpolato del Tindaro, tuttora accolto nei Giardini di Palazzo Pitti, alle Gallerie degli Uffizi. In questi giorni il direttore degli Uffizi Eike Schmidt e il presidente della Fondazione Mitoraj Jean Paul Sabatié hanno firmato l’atto.
Mitoraj, nato in Polonia, ma naturalizzato francese, ha sempre avuto un profondo legame con la Toscana, in particolarmente con Firenze: dalla fine degli anni Ottanta ha lavorato spesso nel suo grande atelier a Pietrasanta dove in seguito gli è stata conferita la cittadinanza onoraria; sue, inoltre, le scenografie e i costumi per l’“Aida” di Giuseppe Verdi ai Giardini di Boboli, mentre qualche anno dopo realizza le scenografie e i costumi per la “Manon Lescaut” e la “Tosca” di Giacomo Puccini, rappresentate nell’ambito del Festival Puccini di Torre del Lago. Le sue opere si configurano non solo un dialogo tra contemporaneità e antichità, ma esprimono il fascino provato dall’artista per i reperti, per ciò che il tempo consuma e conserva. Nelle sculture di Mitoraj il passato diventa presente. Infatti, nel 2014, in occasione del 950° anniversario della fondazione della Cattedrale di Pisa, le sue opere furono esposte nella Piazza del Duomo, all’interno del Palazzo dell’Opera del Duomo e del Museo delle Sinopie. Anche in questo caso, Mitoraj porta l’arte contemporanea in un luogo dove non si era mai affacciata.
Così il grande Tindaro screpolato, vicino al Prato dei castagni, ha adesso la sua collocazione definitiva tra le architetture verdi del Giardino e nella collezione degli Uffizi. Sarà lì, vestigia di un tempo che non è stato, a testimoniare per lungo tempo la persistenza della creazione artistica.