Si tratta del Ritratto di Lorenzo Bartolini di Giuseppe Bezzuoli e di due opere di Francesco Hayez, il Nudo accademico in atto di disegnare e l’inedito la Barca con i Greci fuggitivi dalla strage di Sciò
Tre nuove acquisizioni per la collezione di dipinti ottocenteschi degli Uffizi. Si tratta del Ritratto di Lorenzo Bartolini di Giuseppe Bezzuoli e due opere di Francesco Hayez, il Nudo accademico in atto di disegnare e la Barca con i Greci fuggitivi dalla strage di Sciò (lavoro inedito di straordinaria qualità).
Il ritratto del Bezzuoli, presentato dall’artista all’esposizione annuale di pittura della Regia Accademia di Belle Arti di Firenze (1825), raffigura uno dei più celebri scultori dell’Ottocento italiano, Lorenzo Bartolini (Savignano 1777 – Firenze 1850), coetaneo ed amico del pittore, di cui la Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti possiede alcuni capolavori. La loro frequentazione risaliva agli anni della loro giovinezza, quando entrambi erano allievi del pittore neoclassico Jean-Baptiste Desmarais (1756-1813). Il legame si era poi rafforzato nel tempo, grazie all’intesa tra i due nel modo di concepire l’arte.
Le due opere di Hayez, ritenuto a tutti gli effetti uno dei maggiori pittori dell’Ottocento italiano ed europeo, invece costituiscono un importante incremento per le collezioni della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, dopo il recente acquisto del Ritratto del Conte Arese in carcere (1828). Così in pochi mesi gli Uffizi hanno raddoppiato il numero delle opere dell’artista, salito da tre a sei. Il nudo accademico in atto di disegnare, che porta la firma dell’artista in basso a sinistra, unisce in una sola figura i due ruoli costitutivi della seduta accademica, ovvero quello di posare nudo e quello di disegnare il corpo umano. L’opera, eseguita dall’artista nel suo periodo romano ((1809-1817) si accosta a uno studio virile del 1812 che rappresenta forse lo stesso modello. Il dipinto raffigurante la Barca con i Greci fuggitivi dalla strage di Sciò, si ispira ad un evento realmente accaduto: il massacro di massa da parte dell’esercito ottomano della popolazione greca di Parga sull’isola di Sciò il 12 aprile 1822, e la conseguente fuga per mare dei superstiti greci. L’episodio aveva suscitato al tempo un notevole impatto emotivo dando origine ad un genere pittorico e letterario chiamato “filoellenismo”, che celebrava la lotta del popolo greco contro gli invasori ottomani.
“Il ritratto di Bartolini – spiega il direttore delle Gallerie Eike Schmidt – dipinto da Bezzuoli è come un commento visivo al sodalizio intellettuale e artistico tra i due, che segna un capitolo fondamentale nella storia dell’arte in Italia. Di Hayez, lo studio del disegnatore anatomico che a sua volta è nudo e in una posa che ricorda una statua antica, rivela un lato autoironico del pittore. Infine, il quadro raffigurante la Barca con i greci fuggitivi dalla strage di Sciò è un gioiello che incarna sì una voga del tempo, il filoellenismo che investì ogni campo della cultura, ma si inserisce anche nella tematica cara alla pittura dell’Ottocento, dei superstiti e profughi sul mare. L’atroce attacco a sorpresa sferrato agli abitanti dell’isola di Sciò da parte dell’esercito ottomano il Venerdì Santo del 1822, con l’indiscriminato assassinio di decine di migliaia di donne, bambini, civili, è purtroppo di nuovo di agghiacciante e dolorosa attualià e ci fa vedere, in ogni tempo, la crudeltà della guerra, la disumanità di ogni atto di terrorismo”.
Le prime due opere saranno collocate nel percorso della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti nelle prossime settimane. La Barca con i Greci fuggitivi dalla strage di Sciò invece è stato mandato a Torino immediatamente dopo l’acquisto, dove sarà visibile nella mostra Hayez e l’officina del pittore romantico alla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea fino al 1 aprile 2024.