Conclusa con un successo la protesta dei residenti di via dell’Arcolaio iniziata ai primi di settembre contro il posizionamento dei nuovi contenitori di rifiuti che impedivano la vista della preziosa opera d’arte
Hanno vinto i residenti di via dell’Arcolaio. I cassonetti di Alia posizionati davanti a un tabernacolo del 1500, che ne ostruivano la visione, sono stati rimossi e spostati nella vicina via Fontebuoni. Come si ricorderà i contenitori ipersofisticati, tecnologici e digitali che si stanno sperimentando anche in altri quartieri e prevedono perfino l’uso di una App appositamente studiata da Alia, erano erano stati lasciati là, davanti al Tabernacolo voluto da Baccio Bandinelli, all’inizio di settembre da una mano evidentemente poco avvezza alle questioni culturali e là sono rimasti fino a ieri malgrado l’intervento deciso del presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi che senza mezzi termini aveva affermato non solo che Alia non aveva consultato il Quartiere per la posa sbagliando, ma che avrebbe dovuto “spostare diverse postazioni, non soltanto quella del tabernacolo di via dell’Arcolaio che chiaramente così non va bene per niente”.
E malgrado le veementi proteste degli abitanti del quartiere che avevano tempestato il Comune di telefonate nelle quali si sottolineava la deturpazione subita dal Tabernacolo che con i cassonetti risultava praticamente impossibile da ammirare in tutta la sua bellezza. Con l’aggravante che la preziosa opera d’arte avrebbe dovuto fare i conti anche con il lezzo dei rifiuti conferiti nei cassonetti. La vicenda aveva avuto anche una eco politica con la Lega Salvini che con il capogruppo a Palazzo Vecchio Federico Bussolin aveva parlato di “schiaffo in faccia” alla cultura.
Adesso tutto è stato ricondotto alla normalità: così fiorentini e visitatori in transito per la strada che nella sua parte superiore in pochi minuti attraversa il viale Duse e conduce direttamente in via Gabriele d’Annunzio nei pressi del Centro Tecnico di Coverciano e allungando ancora un po’ anche al Parco del Mensola potranno tornare ad ammirare l’opera di Baccio Bandinelli respirando ancora quel buon sapore della Firenze di una volta, “di campagna”, così simile a quel paesaggio rurale che piace tantissimo agli stranieri ed è facilissimo rinvenire appena lasciati confini comunali.