Ecco il piano del sindaco Nardella contro gli affitti turistici brevi. Per tutto il territorio comunale verrà introdotta una nuova sottocategoria. Chi sceglierà la locazione lunga risparmierà 2000-2500 euro l’anno
Stop in area Unesco ai nuovi Airbnb per i quali verrà individuata una specifica sotto categoria: chi poi ha una seconda casa in centro in affitto turistico breve e torna ad affittarla a famiglie con contratti lunghi (4+4 ad esempio) non pagherà l’Imu per i prossimi tre anni.
Dario Nardella abbandona la tattica attendista degli ultimi anni e forse, complice anche la richiesta di referendum popolare avanzata ieri da Salviamo Firenze supportata da SPC e M5S per la quale si sta aspettando la firma del decreto da parte del primo cittadino fiorentino per avviare la raccolta delle sottoscrizioni, scaglia un vero e proprio fulmine urbanistico che non potrà non avere conseguenze già nell’immediato. D’altronde il problema dell’over tourism a Firenze negli ultimi mesi si era fatto particolarmente sentire ma ancora di più quello legato all’impossibilità di trovare una casa in affitto per famiglie e studenti a casua dei prezzi delle locazioni schizzati letteralmente alle stelle.
Così prendendo lo spunto dalla proposta avanzata dal Governo di destra-centro Nardella è andato direttamente all’attacco questa mattina in Sala di Lorenzo a Palazzo Vecchio giudicandola “inefficace” perché non permette alle amministrazioni comunali di agire sul problema del sovraffollamento turistico e degli appartamenti dei centri storici dedicati in gran parte agli affitti turistici brevi”. Ecco dunque la sua proposta ‘salva centri storici’ intervenendo sugli strumenti urbanistici comunali e proponendo importanti agevolazioni fiscali di scontistica a chi torna a forme stabili di residenza. “So che è una norma ardita, ma siamo pronti a difenderla giuridicamente. Tanto sennò nessuno fa nulla, compreso il governo”. “In questi anni – ha aggiunto -le abbiamo provate di tutte per risolvere questo fenomeno: abbiamo presentato una legge di iniziativa popolare, fatto appelli e richieste specifiche prima al governo Draghi e poi all’attuale governo, richiesto l’estensione anche per Firenze della ‘norma Venezia’, ma non abbiamo mai ottenuto risposte efficaci e anche quest’ultima proposta di legge della ministra Santanchè, seppure contenente obiettivi chiari e condivisibili, non consegna ai Comuni alcuno strumento utile a governare il problema degli affitti turistici brevi. Non abbiamo altra scelta che rimboccarci le maniche e provare ad usare gli strumenti urbanistici comunali per contrastare il fenomeno” anche di fronte all’emergenza abitativa.
E che sia una soluzione ambiziosa Nardella ne è perfettamente consapevole: “già in passato abbiamo sperimentato soluzioni innovative come quella dello stop ai fast food e al blocco di nuove attività di somministrazione in area Unesco e, contro tutte le previsioni, abbiamo vinto” anche a fronte di ricorsi al Tar. Dunque gli appartamenti su Airbnb attualmente in uso non verranno vietati. Le novità valgono per il futuro. Per tutto il territorio comunale viene introdotta una sottocategoria urbanistica per l’affitto breve: il residenziale per la locazione turistica breve. Chi ha un immobile ad uso residenziale in centro non potrà d’ora in poi dedicarlo agli affitti turistici brevi, che per legge durano 30 giorni al massimo. Come farà il Comune a controllare che la norma sia applicata? E’ l’aspetto più difficile. Attualmente chi mette la casa su Airbnb o simili deve iscriversi ad un registro della Città metropolitana per il versamento della tassa di soggiorno. Per quelli nuovi non sarà più possibile farlo. Se il proprietario lo farà ugualmente violerà la norma sulla tassa di soggiorno. Basterà a scoraggiare? Palazzo vecchio ci spera anche se il pericolo potrebbe essere quello di veder proliferare gli Airbnb anche fuori dal centro storico nei quartieri più di pregio: uno per tutti Campo di Marte che in questo momento è ritenuto a ragione uno dei più esclusivi per venire ad abitare a Firenze.
L’altro aspetto è di natura fiscale e per incentivare gli affitti lunghi per le famiglie. Chi ha una seconda casa nell’area Unesco e dimostrerà di aver rinunciato all’affitto turistico breve per quello più lungo avrà l’Imu azzerata per 3 anni: un risparmio, secondo il sindaco, di 2.000-2.500 euro all’anno. “E’ un pacchetto di misure forti, – ha concluso – che difenderemo perché sentiamo il dovere di essere la città capofila di una vera azione di innovazione sul fronte degli affitti turistici brevi su cui purtroppo non abbiamo visto ancora iniziative efficaci a livello nazionale”. Verrà perciò presentata una variante urbanistica che introduca fin da subito queste nuove regole a cui farà seguito il provvedimento di natura fiscale.