Il Soprintendente attende il progetto di Padre Giuseppe Pagano ma resta perplesso sull’utilità di recintare il sagrato
Contrario alla cancellata sul sagrato di Santo Spirito perché deturperebbe la Basilica. Padre Giuseppe Pagano, superiore degli Agostiniani, non ha fatto in tempo ancora a presentare il suo progetto per fermare il degrado e la Mala Movida che ormai ogni sera senza soluzione di continuità continuano a infestare la piazza e il luogo sacro, e già arriva il no di Andrea Pessina.
Il Soprintendente senza tanti giri di parole ammette che sì nella piazza un problema esiste “ma non so se i cancelli siano la soluzione migliore”. Una vera e propria doccia fredda per Padre Giuseppe, per i fedeli, gli Amici di Santo Spirito, i residenti e i negozianti che a più riprese avevano fatto presente la situazione sia alla stessa Soprintendenza che a Palazzo Vecchio ricevendo però un silenzio assoluto rotto soltanto qualche giorno fa dall’assessore alla sicurezza Andrea Vannucci il quale chiaramente ha detto che “mettere una cancellata sarebbe una sconfitta”.
“Noi – ha detto Pessina, riprendendo in toto le dichiarazioni già utilizzate a suo tempo per la querelle annosa del restyling dello stadio Franchi – ci esprimiamo sui progetti. Ho dato la mia disponibilità a incontrare Padre Pagano: a oggi non è venuto ancora nel mio ufficio e non ci ha sottoposto alcun progetto. Il sagrato di Santo Spirito è uno spazio molto ampio, sono curioso di vedere quello che ci sottoporrà. Mi auguro che non sia una cosa troppo invasiva”.
Da tempo Padre Giuseppe lamenta l’ingestibilità della situazione alla Basilica: gente che ascolta la musica a tutto volume rendendo a volte difficile la celebrazione delle messe, spacciatori, maleducati di tutti i tipi, giovani che non si fanno troppi problemi ad espletare i propri bisogni all’aperto, come all’aperto sui gradini si ritrovano a dormire magari al termine di una notte dal fortissimo tasso alcolico. “Mi rendo conto – dice ancora Pessina – delle esigenze manifestate sulla necessità di preservare il decoro in quegli spazi, ma credo che il tema riguardi non soltanto le belle arti ma anche altri settori dell’amministrazione. Forse sarebbe opportuna una riflessione comune”.